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Birre artigianali per battere la disabilità, la bottiglie delle 'TesteCalde' da Rutigliano fino a Buckingham Palace

Il progetto, nato alla fine 2017, coinvolge alcuni ragazzi diversamente abili, formati per apprendere le tecniche produttive della birra: "L'obiettivo è dare loro una prospettiva attraverso l'insegnamento di un mestiere"

Fermentare conoscenze, lavoro e competenze, dando un futuro ai diversamente abili per farli sentire pienamente integrati nella società: a Rutigliano basta un buon bicchiere di birra artigianale, prodotto da un gruppo di ragazzi davvero speciale. Ettolitri di gustosa bevanda, malti, luppoli e bottiglie da preparare: la storia delle 'TesteCalde' è cominciata un anno fa in un piccolo casale alla periferia della cittadina barese: lì è stato allestito un microbirrificio nell'ambito di un progetto realizzato dalla cooperativa 'Dis-abilità e lavoro' che con successo, dal 2014, aveva già sperimentato un'iniziativa simile aprendo a Rutigliano un ristorante dove sono impiegati ragazzi e ragazze diversamente abili. 

"Prodotti tremila litri in un anno"

Per il birrificio sono al momento in tre (due ragazzi ed una ragazza), scelti tra coloro che frequentano un centro diurno di Bari: hanno tra i 17 e i 27 anni e sono coordinati dal mastro birraio ed educatore Pasquale Ursi. Il percorso è cominciato a fine 2017: dapprima un corso teorico per insegnare le tecniche produttive e i vari generi anche attraverso qualche passaggio di degustazione. Successivamente si è entrati nel vivo del microbirrificio, tra macinature, cotture dei malti, luppolatura, fermentazione ed imbottigliamento: "Abbiamo prodotto - spiega Ursi - circa 3mila litri in un anno, tra Golden, Ipa, Tripel, Saison, Stout e Brown Ale. I ragazzi effettuano una parte di formazione nel centro, durante le ore mattutine. Tre-quattro volte a settimana vengono in birrificio per applicare sul campo le tecniche apprese".

"Obiettivo dare un futuro ai ragazzi"

Il progetto si articolerà in 2-3 anni, dopo dei quali i ragazzi saranno completamente formati possedendo un notevole bagaglio di competenze immediatamente spendibili nel mondo occupazionale: "L'obiettivo - racconta Luca Schiavone, presidente della cooperativa 'Dis-abilità e lavoro' - è quello di sganciare i ragazzi dall'attività assistenziale e renderli effettivi lavoratori del birrificio. L'abilità può essere ritrovata in tutte le persone. Bisogna invertire la tendenza comune a pensare che un disabile non sia capace di partecipare a processi produttivi ed attività lavorative. E' un percorso che punta a cambiare cultura e mentalità purtroppo ancora troppo diffuse". Nelle intenzioni c'è il sogno di allargare ulteriormente il microbirrificio, consentendo di raddoppiare il numero dei ragazzi impiegati, aumentando la quantità realizzata ed integrando ancor meglio le attività con la masseria didattica nella quale si inserisce la 'fabbrica' della birra, situata nel parco Localzo di Rutigliano. Intanto la produzione va avanti con successo: "Le bottiglie - dice Schiavone - hanno raggiunto anche Manhattan e, attraverso alcuni cesti natalizi, persino Buckingham Palace". In futuro, invece, potranno essere gli stessi 'pionieri' impiegati oggi a fare da tutor agli altri: "Nella disabilità - conclude Schiavone - c'è molta solidarietà, senza invidie o gelosie". Merito, decisamente, di un buon sorso di birra e di tanto, vero, lavoro.

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