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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"E poi, la vita chi te la salva?", da Bari la campagna contro le aggressioni agli operatori sanitari

I cartelloni 6x3 affissi per le strade del capoluogo: è la nuova iniziativa promossa dall'Ordine dei Medici di Bari sul tema della violenza contro chi opera nel settore sanitario

1.200 casi di violenza ai danni di medici e personale sanitario denunciati nel 2018 (Dati Inail), di cui 456 nel Pronto soccorso, 400 in corsia e 320 negli ambulatori. Numeri che descrivono una vera e propria "emergenza", su cui l'Ordine dei medici di Bari torna a lanciare l'allarme con una nuova campagna di comunicazione.

"E poi, la vita chi te la salva?": è la domanda posta ai cittadini pugliesi dai cartelloni pubblicitari affissi da oggi nelle strade del capoluogo per la nuova iniziativa dedicata al tema della violenza contro gli operatori sanitari. "Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre", recita il copy della campagna, in cui campeggiano in primo piano i volti di tre pazienti, una donna, un uomo e un ragazzo. La ferita sociale è quella delle aggressioni. Un tema - ricorda una nota - su cui l'Ordine insiste da anni e a cui il 13 settembre dedicherà l'annuale Giornata sulla violenza in onore di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente nel 2013.

Ma ai numeri delle violenze di cui si ha notizia, si aggiungono quelle subite da molti medici e infermieri che non denunciano, per pudore, per vergogna, per timore di ritorsioni, perché ci si è abituati alla violenza. Secondo un recente sondaggio Anaao Assomed, il 65% dei medici dice di essere stato vittima di aggressioni, il 66% ha subito aggressioni verbali, il 33% ha subito aggressioni fisiche. La percentuale di chi è stato aggredito sale all'80% per i medici in servizio nei Pronto soccorso e al 118.

"Servono misure per garantire ai cittadini il diritto alle cure e al medico il diritto di curare in sicurezza. Spero che il nuovo governo vari al più presto un progetto di legge capace di prevenire le aggressioni aumentando le pene, introducendo la procedibilità d'ufficio, mettendo in sicurezza le sedi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso", dichiara Filippo Anelli, presidente Fnomceo e Omceo -highlighted">Bari. "Serve però anche - aggiunge - una nuova cultura, che ricostruisca il rapporto di fiducia tra medico e paziente e che valorizzi il lavoro dei medici. Per questo la campagna di comunicazione dell'Ordine sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite. E' bene che i cittadini comprendano come sono proprio gli operatori sanitari che continuano, tra mille difficoltà, a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità".
 

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