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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Stop alle discriminazioni, anche a Bari la Giornata Mondiale contro omofobia e transfobia: "Legge regionale bloccata"

Tante iniziative in programma nel capoluogo pugliese: in piazza del Ferrarese appuntamento con riflessioni, attività e flash mob. Arcigay: "Non bastano i passi avanti degli ultimi anni"

Stereotipi quotidiani che si trasformano in insulti, diventando in breve tempo emarginazione e violenza. Discriminare è sinonimo di ignoranza e in Puglia la strada contro omofobia, bifobia e transfobia è ancora lunga, nonostante qualche passo avanti negli ultimi anni. Nella Giornata mondiale sul tema, gli attivisti di Arcigay Bari hanno organizzato in piazza del Ferrarese un pomeriggio di attività per sensibilizzare la comunità cittadina contro ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale. Tante le iniziative in programma: dal mini-musical di un gruppo di migranti fuggiti dall'Africa per le persecuzioni e le violenze subite, al 'vero o falso' per smascherare pregiudizi e false convinzioni, fino all'Indovina Chi con le facce e le storie di coloro che hanno provato l'orribile esperienza delle discriminazioni in famiglia, sul luogo di lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Legge sull'omofobia, strada ancora lunga in Regione

Un appuntamento importante in una Regione dove la legge contro l'omo-bi-transfobia è lontana dall'approvazione, incagliata nelle sabbie mobili delle Commissioni di via Capruzzi: "In questi mesi - spiega Giuseppe Bastiano, attivista di Arcigay Bari - c'è stato un netto ostruzionismo da parte di associazioni cattoliche che si oppongono al provvedimento. La situazione politica, inoltre, non aiuta. Si tratta di una legge che, per quanto sia decisamente migliorabile, rischia di non vedere mai la luce". Tutto questo, in un territorio dove rispetto a qualche anno fa, nonostante tutto, si registra una leggera evoluzione: "Qui in Puglia sono stati fatti diversi passi avanti negli ultimi anni ma il lavoro non è concluso. Spesso accogliamo ragazzi e ragazze discriminati dalle famiglie o dai compagni. Per questo è giusto continuare ad educare e spiegare, nonostante vi sia un clima sociale che vede le minoranze come una valvola di sfogo dei malumori".

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