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Tenacia da 'kaka kazz' e spirito intraprendente: la storia di Luigi, da Palo a Glasgow per diventare ristoratore di successo

Trentotto anni, in Scozia dal 2003, ha aperto quattro locali e ricevuto riconoscimenti. La curiosità? La sue società portano nomi decisamente familiari per i baresi, tutti con un'unica... parola in comune

Questa è una storia di successo, da parte di chi con caparbietà e tanta intraprendenza ha lasciato i confortevoli lidi pugliesi per fare fortuna nella lontana terra di Scozia. E' però, anche una storia estremamente singolare che, dalla sua, ha quel briciolo di follia e sano spirito barese. Un carattere che accompagna in ogni sua avventura imprenditoriale Luigi Aseni, 38enne imprenditore nato a Palo del Colle, da 14 anni a Glasgow dove, passo dopo passo ha costruito una carriera di tutto rispetto nel mondo della ristorazione. I suoi 4 locali sono tra i più apprezzati e uno di questi, il 'Boteco do Brasil' è stato recentemente premiato con lo Scottish Enterntainement Award come il migliore di tutta la Scozia.

Da 'Rumba kazz' a 'Skassa kazz'

Oltre alla qualità del servizio, al buon cibo, e alla gradevolezza degli ambienti, c'è qualcosa che li rende decisamente unici nel panorama aziendale britannico: andando a leggere i nomi delle società fondate da Aseni per gestirli, scopriamo, nell'ordine 'Rumba Kazz', 'Scassa Kazz' e 'Kaka Kazz'. Parole che nella linguistica d'Albione non vogliono dire praticamente nulla, dal significato ben noto se ragioniamo con la 'capa' barese: "Quando aprii il mio primo locale nel 2010, il Boteco a Glasgow - racconta Aseni - dovevo scegliere una parola per creare la società con cui l'avrei gestito (limited in inglese, ndr). Ho pensato a Rumba Kazz che da qui viene letto con una dolce s finale. Aveva un suono abbastanza sudamericano. Visti i risultati positivi abbiamo deciso di proseguire su questo trend". Coerentemente, lo stesso filone è stato seguito per gli altri locali aperti dall'intraprendente ristoratore di Palo: prima la seconda sede del Boteco ad Edimburgo, poi il Mango, un pub per studenti a Glasgow, infine il 'Piccolino', una "bomboniera" del gusto italiano, sempre nella seconda città di Scozia.

L'imprevista svolta scozzese e l'ascesa

La storia di Luigi è finita sulla scrivania di Milena Gabanelli e della sua rubrica di successo 'DataRoom' sul Corriere della Sera, diffondendosi in breve tempo sui social in tutta Italia. L'incipit, però, risale al 2003: "Lavoravo come ragioniere per un'agenzia di rappresentanze di prodotti alimentari attiva in tutta la regione. Decisi di voler cambiare per un po' aria e mi aggregai a un gruppo di italiani che partivano per la Scozia per andare a lavorare in un ristorante. Pensavo sarei rimasto 3-6 mesi per poi rientrare, invece sono rimasto in Gran Bretagna". Cinque anni dopo Luigi ebbe la sua prima esperienza come imprenditore assieme a due amici scozzesi con i quali avviò una sala concerti gestendola per alcuni anni. Nel 2010 il grande salto: "Volevo mettermi in proprio e mi venne in mente - spiega - l'idea di aprire un ristorante brasiliano qui a Glasgow, in una zona piena di locali etnici". Il risultato è stato decisamente positivo. Aseni ha messo radici in Scozia con i genitori e la sorella che si sono trasferiti dalla Puglia nelle lande scozzesi.

"Umiltà e piedi per terra. In Scozia anche un ventenne può mettersi in gioco"

Spirito d'iniziativa tutto pugliese che si somma alla voglia di lavorare e mettersi in gioco: "Noi italiani - dice Luigi - riusciamo ad esprimerci al meglio all'estero anche per la caparbietà e la determinazione con cui perseguiamo i risultati. Io ce l'ho messa tutta e ho cercato di mantenere i piedi per terra. Dal punto di vista burocratico è più semplice avviare un'attività qui ma ci sono comunque scadenze e leggi da rispettare. La vera differenza è che in Scozia anche se hai 20 anni puoi giocarti le tue carte. Se uno vale e ha intraprendenza viene ascoltato. Da noi in Italia, invece, bisogna aspettare magari i 40 anni per ottenere una posizione, specie nell'ambito della ristorazione". Il futuro di Luigi Aseni, per ora, è tutto a tinte britanniche, senza escludere nulla: "Scartare l'opzione di tornare in Italia? No, ma semplicemente non mi ci vedo nel prossimo futuro. Vorrei espandere il Boteco in altre città scendendo verso l'Inghilterra, magari a Manchester, senza ovviamente fare passi avventati". La Puglia, però. non manca mai nella quotidianità dell'imprenditore di Palo del Colle: "Una volta l'anno torno a casa anche perché altrimenti mia nonna si arrabbia - scherza Aseni - . E poi, essendo una buona forchetta e avendo mia madre a casa qui in Scozia, non si può fare a meno dei nostri sapori a tavola". L'identità pugliese, si sa, resta per sempre e il nome con cui battezzerà l'ultima società da avviare per acquistare i muri del suo quarto locale sudamericano ne è l'esempio lampante: 'Mango pu kazz'. 

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