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Lo Spillo | Viva la pedonalizzazione, ma il parcheggio non sia un incubo. Ecco tre proposte

Riflessioni sparse sulla città (e non solo) - Rubrica a cura di Antonio Scotti

Quanto è bella la pedonalizzazione. Sì, diciamolo una volta per tutte. Le strade che vengono liberate dalle auto e consegnate al passeggio sono senza dubbio una delle cose più interessanti accadute in città negli ultimi anni. Il restyling di largo Adua, il rifacimento di via Sparano, la chiusura al traffico di via Argiro (i marciapiedi sono ancora lì) e i due isolati di via Roberto da Bari consegnano una foto più bella della città, che non si limita al Borgo Antico, un tempo covo indistinto di macchine e da oltre un decennio riconsegnato alla sua bellezza storica grazie alle opportunità del Piano Urban. 

Nel Paese dei Montecchi e Capuleti è inevitabile che queste affermazioni scontentino qualcuno, ma basta mettere il naso qualche chilometro al di fuori dal nostro recinto per accorgersi di come la pedonalizzazione sia un tratto distintivo di diverse città italiane, metropolitane e non.  Semmai a Bari il problema che si sta determinando è la gestione degli spazi pedonali, che sono di fatto pochi e richiamano una concentrazione alta di persone. Pensiamo a largo Adua, che ora è il centro della movida birraiola e aperitivara dell’Umbertino. I residenti, all’epoca, contestarono il progetto relativo alla chiusura pedonale dell’intera area lamentando, tra le altre cose, l’esiguità dei posti auto della zona compresa tra via Cognetti e via Abbrescia. Oggi ci si lamenta del baccano generato dall’arrivo di centinaia di avventori, in qualsiasi giorno della settimana. Viene da chiedersi se si abitava meglio prima, senza sosta regolamentata e con una piazza fatiscente. A non lamentarsi, ovviamente, sono i proprietari dei locali commerciali che hanno visto aumentare il valore di mercato dei loro spazi, un tempo abbandonati ed ora fittati a prezzi d’oro. 

Ma una cosa è certa: ovunque arrivi la pedonalizzazione i cittadini occupano quelle zone trasformandole in luoghi di incontro. Si aprono aree per organizzare feste di quartiere, manifestazioni, appuntamenti di settore. Si riduce l’inquinamento e il trasporto pubblico migliora la sua efficienza, educando i cittadini ad utilizzare meglio bus e treni. A Bari il primo cittadino ha lanciato il progetto di pedonalizzazione di via Manzoni, forse l’ultima chance per un quartiere abbandonato al suo destino, che sarebbe dovuto diventare il luogo simbolo di una rivitalizzazione commerciale e culturale, ancora ferma al palo. 

Sui progetti di pedonalizzazione e sulla gestione della mobilità ci sentiamo però di avanzare tre proposte: 
1) aumentiamo le zone pedonali, ma permettiamo ai residenti di non trasformare la ricerca del posto auto in un incubo. Un modo sarebbe quello di aumentare la fascia oraria di pagamento per chi non possiede il pass (almeno dalle 8:30 alle 22); 

2) eliminiamo le aree parcheggio “a pagamento per tutti” che di fatto rappresentano solo un modo per attrarre su Murat, Madonnella e Libertà un numero di auto superiore rispetto alle effettive capacità di turn-over;

3) sanzioniamo le moto che parcheggiano all’interno delle strisce blu e non negli appositi stalli. Se accadde per le auto perché non al contrario?


 

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