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Mascherine stampate in 3D con filtro intercambiabile, il progetto parla barese: "Stiamo partendo con la produzione"

Lucio Martino, specializzando di Economia, ha realizzato la prima mascherina in casa, per poi accordarsi con il FabLab del Politecnico per produrre le prime 250 copie del dispositivo di protezione. "Progetto partito da un input della mia fidanzata" spiega

Il primo modello è nato direttamente in casa, dalla stampante 3D di Lucio Martino, specializzando iscritto al dipartimento di Economia e Commercio di Bari. "Ho concretizzato l'input arrivato dalla mia fidanzata - racconta a BariToday - come prima soluzione alla mancanza di dispositivi di protezione nel pieno dell'emergenza Covid-19.

La mascherina in 3D

La mascherina ideata da Martino è realizzata in in PLA (bioplastica atossica) e riutilizzabile. Il materiale scelto è lavabile con acqua fresca e sapone, disinfettabile con alcool e dotata persino di filtro intercambiale, sostituibile quotidianamente dopo l'uso. Al momento sono due le taglie pensate, così da ottimizzare il comfort e l'aderenza degli utenti. "Ho iniziato a fare delle prove in casa - aggiunge lo studente - e dopo un po' di prototipi, ho visto che stava prendendo forma". 

Una volta che il primo modello è uscito dalla stampante 3D, ha deciso di muoversi per realizzarla in massa e poterla donare alla popolazione. In primis, contattando aziende e associazioni di 'makers' sul territorio. Il primo 'ok' è arrivato dal FabLab del Politecnico di Bari, che ha dato la sua disponibilità a produrre la mascherina progettata.

La raccolta fondi

Operazione che Martino vorrebbe finanziare con una raccolta sul sito Gofundme, partita tre giorni fa, con obiettivo 10mila euro per la realizzazione di uno stock di 2000 mascherine. "Finora ne abbiamo raccolti oltre 1500 e siamo in attesa di iniziare a produrre le prime 250 mascherine con il FabLab" ricorda Martino, aggiungendo che, in caso di mancato raggiungimento della cifra totale, tutto il restante denaro donato sarà devoluto alla Protezione Civile.

"Se questa nuova situazione mi ha insegnato qualcosa - si legge sul sito della raccolta fondi -  è che bisogna credere fermamente nelle proprie possibilità per cambiare le cose. Non basta però un solo individuo. Non basta un solo medico. Non basta un solo presidente. Non basta una sola persona che da casa progetti una nuova mascherina. Tutti insieme possiamo farlo perchè tutti insieme siamo una potenza. Io non chiedo solo di credere nel mio progetto, ma anche di fare ognuno del proprio meglio con tenacia e cercare di rendere il mondo migliore".

Una precisazione però è d'obbligo, come spiegato: la mascherina è stata pensata e progettata totalmente in casa, quindi non è certificata e non è un presidio medico chirurgico. Inoltre è stata concepita esclusivamente per limitare le droplets (goccioline di saliva). Ciò significa che va utilizzata soprattutto laddove non sia possibile reperire altri sistemi di protezione certificati.

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