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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mungivacca / Viale Luigi Einaudi

Acque sporche e inquinate: Goletta Verde boccia Bari e la Puglia

Più della metà delle rilevazioni di Legambiente nella nostra regione risulta con valori fuorilegge. Sotto accusa gli impianti depurativi. Nel Barese nessun'analisi ha superato i requisiti richiesti

Situazione critica. E' decisamente negativo il bilancio tracciato dalle analisi delle acque pugliesi condotta da Legambiente ed effettuata da Goletta Verde. Più della metà dei campionamenti,17 su 30, per lo più corrispondenti alle foci dei fiumi e canali, ma in alcuni casi anche in zone costiere, è risultato fuorilegge, rilevando "una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalle normative nazionali". Per quattordici di questi punti il giudizio è "fortemente inquinato per via di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di 'escherichia coli' e 'enterococchi intestinali' che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare mettendo in pericolo la salute dei cittadini".

I risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa nella sede regionale dell'Ente dal vicepresidente nazionale Stefano Ciafani, dal presidente regionale di Legambiente Francesco Tarantini e dalla vicepresidente della Giunta regionale pugliese, Angela Barbanente. Ancora più negativo il bilancio se circoscritto alla Provincia di Bari, dove nessun campione è risultato regolare: "È un quadro, quello scaturito dalle analisi dei nostri biologi, che ci preoccupa - ha spiegato il vicepresidente naizonale di Legambiente, Stefano Ciafani -  ma di certo non ci sorprende, vista la situazione di crisi in cui versa il sistema depurativo della regione Puglia che, nella tappa di Goletta Verde di Barletta, abbiamo illustrato dettagliatamente nel nostro dossier. In troppi punti le acque analizzate presentavano cariche batteriche oltre le soglie consentite dalla normativa. A preoccupare non sono solo le foci dei fiumi e dei torrenti, ma anche gli scarichi degli impianti di depurazione. Anche le acque prelevate in questi punti, infatti, presentavano livelli allarmanti di inquinanti".

Più fiduciosa, nonostante la valutazione negativa, la vicepresidente pugliese, Angela Barbanente: "E' una situazione critica, ma ne siamo consapevoli, tanto che consideriamo questa fase – ha aggiunto – un punto di svolta nella depurazione in Puglia. Con le recenti delibere Cipe abbiamo investito 260 milioni di euro tra linea fanghi e fognature, poi stiamo integrando l'attività di Aqp per la depurazione con quella dei Consorzi di bonifica nella gestione della rete idrica. L'acqua iper-affinata - ha proseguito - deve essere usata anche per le attività urbane (lavaggio strade, parcheggi, irrigazione verde): questo deve essere il modello. Richiede una collaborazione che spesso non c'è ma noi siamo fortemente impegnati su questo fronte".

Barbanente ha poi segnalato "alcune situazioni specifiche che riguardano i recapiti finali (Manduria e Lama San Giorgio le situazioni più critiche). Dobbiamo concepire - ha concluso - soluzioni innovative come la depurazione naturale: fitodepurazione e lagunaggio devono integrare i metodi tradizionali impiegati nelle aree sensibili. Potremmo così ricreare anche ambienti umidi che nel tempo si sono persi". 

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