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Cronaca Adelfia

Boa e pitoni allevati in parrocchia: è la passione di don Tonio

Da sette anni don Tonio, parroco di Adelfia, alleva con l'aiuto di alcuni parrocchiani serpenti, boa e pitoni. "Una passione nata da bambino - spiega - Ma prima vengono le mie pecorelle"

Serpenti, boa, pitoni, ma anche scoiattoli giapponesi e camaleonti. Non siamo allo zoo, ma in una stanza attigua alla canonica di una parrocchia di Adelfia. Già, perchè gli animali esotici sono la passione di don Tonio Lobalsamo, che da sette anni alleva le piccole bestiole con l'aiuto di alcuni parrocchiani. A raccontare il suo singolare hobby è lo stesso parroco in una lettera pubblicata oggi sul sito di FederFauna. Una passione nata quando era bambino e mai sopita, alla quale don Tonio è tornato a dare spazio grazie ad un negoziante suo amico di Adelfia.

"Tanti, in seminario - racconta don Tonio - ricordano il mio andar dietro a questo o a quell'animale, dalle lucertole ai cigni, incontrati in vacanza in un lago, alla rondine che non riusciva piu' a volare. Poi, a 25 anni, son diventato prete e, per gli impegni legati al ministero, mi sono "tranquillizzato" un po': al limite, solo il solito canarino. Ad Adelfia, il paese in provincia di Bari in cui sono parroco da piu' di quindici anni, un amico negoziante di animali (l'affezione per le bestie e' una malattia che non si cura facilmente e, quando pensi d'averla debellata, ti si ripresenta!) qualche anno fa mi ha regalato un pitone reale. La cosa non m'e' affatto dispiaciuta".

E di lì è cominciata l'avventura, perchè la sua passione don Tonio l'ha trasmessa anche ad alcuni parrocchiani, che lo hanno incoraggiato e aiutato nella cura del suo piccolo angolo esotico. "Per farla breve, - prosegue il parroco nella sua lettera -nel tempo ho avuto un merlo indiano (che durante la Messa parlava e si sentiva in chiesa e bisognava chiudere sempre la porta), delle rane xenopus laevis, dei topi ballerini, degli scoiattoli giapponesi, una tiliqua, dei camaleonti e i benedetti serpenti: pitoni reali e un moluro albino, dei lampropeltis, tra cui il famoso falso corallo, delle elaphi, dei boa, piu' qualche ospite di passaggio che i contadini del posto mi portavano e che io, dopo un paio di giorni, riportavo in campagna. Che gioia vedere il volto incantato di un bimbo davanti alla teca, e quante foto scattate col cellulare dal papa' mentre il bimbetto ha il serpentello attorno al collo e la mamma urla".

Ma tanta dedizione per gli animali esotici, non lo porterà a trascurare i suoi impegni spirituali nei confronti della comunità? A fugare ogni dubbio è lo stesso sacerdote: "Oltre 'ste strane creature, cui pure san Francesco e tanti altri santi erano legati, curo un bel gregge di 9000 pecorelle: non sono poche e star loro dietro, da bravo pastore con il cuore di Gesu', oggi piu' che mai non sempre e' facile. Ma i parrocchiani mi vogliono bene ed io ne voglio a loro; a qualcuno, tra questi, ho pure trasmesso la mia strana malattia. Fa nulla se il freezer del frigo, invece che contenere gelati o roba simile, e' pieno di topolini, ratti e quaglie: e' vero, sembra la cella di un obitorio, ma che posso farci? I serpenti, oltre a essere velenosi e a strisciare e a mordere (i soliti luoghi comuni!)… mangiano anche."
 

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