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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Da due anni in attesa di assunzione, protestano i ricercatori dell’UniBa

I 31 'dottori', pur aver vinto concorsi per l'inserimento a tempo indeterminato nelle Facoltà, aspettano da 24 mesi di essere assunti. Ma l'Ateneo attende il via libera del Ministero

Se da un lato il Governo offre incentivi per il ‘rimpatrio’ dei cosiddetti cervelli in fuga, “dall’altro non dà il via libera alle assunzioni dei ricercatori” negli atenei italiani, compreso quello barese.

E’ su questo cortocircuito che nasce la protesta dei 31 ragazzi, vincitori di concorsi ‘datati’, che da 2 anni attendono di essere integrati negli organici delle Facoltà dell’Università di Bari, da Medicina ad Agraria, passando per Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Giurisprudenza e Scienze della Terra.

Stamattina alcuni di loro hanno manifestato in contemporanea con la riunione del Consiglio di Amministrazione proprio per esprimere tutto il loro dissenso contro questa “situazione assurda”. Il punto è che questi ricercatori avrebbero tutti i diritti di lavorare come tali, nelle Facoltà, a tempo indeterminato, come previsto dai concorsi ai quali hanno partecipato. Ma l’Ateneo aspetta il nulla osta del Ministero dell’Università e Ricerca che, entro ieri, avrebbe dovuto approvare i bilanci e i budget di spesa per queste operazioni, richiesti un mese fa.

“Siamo in un Limbo”, dicono i ragazzi che spiegano nel dettaglio l’intera vicenda. I 31 hanno partecipato, nel 2010, a concorsi per posti da ricercatore. Ma l’anno precedente, però, una legge ha di fatto bloccato ogni tipo di assunzione negli atenei italiani ritenuti ‘non virtuosi’ (e in questo periodo c’era il ministro Gelmini). L’UniBa, così, è finita in questa ‘lista nera’ e così niente più assunzioni. “Eppure i soldi ci sono, ci sono sempre stati - spiega Edoardo Renna, rappresentante della Slc Cgil – ma non si possono spendere”, anche in virtù del decreto legge 49 del marzo di quest’anno con cui il Miur ha dato 30 giorni agli atenei della penisola, dal 18 maggio, per presentare i bilanci e approvarli, prevedendo il relativo budget per le assunzioni.

I 30 giorni sono scaduti ieri: “Abbiamo già chiesto con atto formale, al ministro Francesco Profumo di rispettare i termini di legge per l’assegnazione all’Ateneo barese dei punti organico che consentirebbero l’assunzione dei ricercatori”. E avete avuto chiarimenti? “No, ancora no, anche perché aspettiamo il 2 luglio”, termine ultimo per avere una risposta: “Ci devono dire se possiamo spendere questo budget o no. Per noi è di fondamentale importanza”.

A questo standby di due anni si aggiunge la cosiddetta ‘beffa’. I 31 sono risultati tutti vincitori di concorsi co-finanziati da Ateneo e Miur: “Per questo – spiega una ricercatrice di Agraria - non possiamo essere integrati nell’organico. Il Miur non dà il via libera alla spesa degli atenei ma, allo stesso tempo, deve inserire delle quote proprie di cui ora non dispone”. In teoria, e anche in pratica, “ci sono ricercatori che hanno partecipato agli stessi concorsi per posizioni ‘non co-finanziate’ e sono stati subito assunti. Mentre noi, che abbiamo concorsi co-finanziati, no”. Una situazione che lascia interdetti. E così c’è chi aspetta il dicastero romano e chi l’UniBa. Ma alla fine chi non sta lavorando, pur avendone diritto, sono questi 31 ricercatori.

UniBa: la protesta dei ricercatori

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