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Cronaca Monopoli

Bancarotta fraudolenta per sei milioni di euro: arrestati due imprenditori edili

Ai domiciliari i fratelli Domenico e Luca Alba, amministratori di una società di Monopoli: con la complicità di alcuni professionisti, indagati, avrebbero compiuto complesse operazioni societarie per svuotare le casse dell'azienda

Avrebbero messo in atto complesse operazioni societarie per 'svuotare' le casse della società da loro amministrata, "a favore di una società benificiaria appositamente costituita", e "procurarsi l’ingiusto profitto in pregiudizio dei creditori".

Gli arresti e le accuse

Due imprenditori monopolitani sono stati arrestati stamattina dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari. Ai domiciliari fratelli Domenico e Luca Alba, di 71 e 69 anni, amministratori di una società di Monopoli operante nel settore della “costruzione di edifici residenziali e non”. I due imprenditori sono accusati, in concorso tra loro, di bancarotta fraudolenta aggravata patrimoniale e di bancarotta documentale.

Le indagini sulla bancarotta fraudolenta

Le indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria avrebbero permesso di far luce sulle operazioni messe in atto dagli amministratori pro-tempore, "anche grazie - è spiegato in una nota della Procura - alla collaborazione del professionista depositario delle scritture contabili e di altri complici aventi specifici incarichi societari, tutti indagati", che avrebbero portato alla "distrazione ed al depauperamento delle risorse economico-finanziarie della società per oltre sei milioni di euro". 

Il sequestro preventivo e le operazioni societarie

Già nella primavera scorsa i finanzieri avevano sequestrato l’opificio industriale di Monopoli con annessa palazzina per uffici, sede della società, oltre al terreno pertinenziale di circa 12.500 metri quadri, per un valore di 4.936.000 euro.

In particolare, spiega la Procura, "è stato accertato che gli indagati, al fine di procurarsi l’ingiusto profitto in pregiudizio dei creditori, hanno posto in essere una complessa operazione di scissione societaria con conferimento di beni e ricchezze a favore di una società beneficiaria, appositamente costituita, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, conferendo contestualmente ad un’ulteriore società neo-costituita un patrimonio mobiliare (beni strumentali, arredi e rimanenze di magazzino) per circa 600.000 euro e ceduto crediti per oltre 100.000 euro. Inoltre, l’attento esame della contabilità ha portato alla scoperta di una gestione anomala della liquidità che ha determinato un’ulteriore distrazione per circa 1.400.000 euro". 
 

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