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Cronaca Bitonto

"Da qui non esci vivo", imprenditore vittima d'estorsione legato e minacciato per una denuncia: arrestato 'U can'

La Guardia di Finanza di Bari ha arrestato a Bitonto il 30enne Roberto Lovero ritenuto affiliato al clan Cipriano attivo nella cittadina barese

La Guardia di Finanza di Bari ha arrestato a Bitonto il 30enne Roberto Lovero, soprannominato 'U can', ritenuto affiliato al clan Cipriano: l'uomo è accusato di aver estorto denaro ai danni di un imprenditore edile bitontino, in concorso con altre persone. L'estorsione, secondo gli investigatori, sarebbe stata commessa con l'aggravante del metodo e delle finalità mafiose, nonché per l'uso di armi. 

L'ordinanza è stata emessa dal gip di Bari su richiesta della Dda. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, il costruttore, nel 2014,  aveva ceduto il 50% delle quote di una società a responsabilità limitata con sede a Bitonto, attiva nella costruzione di edifici residenziali e non residenziali, all’altro socio (suo zio), pattuendo il prezzo complessivo di 1,25 milioni di euro. Tuttavia, quest’ultimo, dopo avergli dato un acconto di 135mila, si sarebbe rifiutato di corrispondere la restante somma.

A questo punto l’imprenditore bitontino provava più volte a rientrare in possesso del suo denaro, ricevendo sempre risposte negative, ragione per cui si vedeva costretto a denunciare l’intera vicenda ai finanzieri di Bitonto nel marzo 2018. Il giorno successivo l'imprenditore denunciò che nella sera precedente si era recato nell'abitazione di Lovero, su convocazione di quest'ultimo: il 30enne gli avrebbe intimato il ritiro della denuncia presentata e, a fronte del suo diniego, lo avrebbe gravemente minacciato brandendo due pistole e ordinando a due complici di legargli mani e piedi con due fascette e di portarlo in cantina, dicendogli 'Tu di qua non esci vivo'. Lovero avrebbe anche detto che il denaro investito dal socio nell'impresa di costruzione "era loro", lasciando in tal modo intendere che il denaro fatto confluire nelle casse della società fosse riconducibile al clan Cipriano. La denuncia ha poi consentito l'avvio delle indagini e l'arresto. L'imprenditore era stato, in passato, oggetto di ulteriori atti intimidatori: ignoti, a settembre e dicembre dello scorso anno, hanno lanciato proiettili perfettamente funzionanti dietro la porta della sua abitazione.
 

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