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Cronaca

Duro colpo al clan Strisciuglio: la Dda esegue 27 arresti

Gli arrestati avrebbero avuto un ruolo attivo, a vario titolo, nello spaccio di droga ma anche nell'imporre guardiani di fiducia in alcune delle più note discoteche di Bari e sui cantieri di Carbonara

Spaccio di cocaina, hashish ed eroina, ma anche imposizione della guardiania in alcune delle più note discoteche di Bari e sui cantieri dell'hinterland che, al tramonto, diventavano centrali per il confezionamento delle dosi di droga. Attività redditizie per rimpolpare le casse del clan Strisciuglio svelate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che, nel corso di un blitz avvenuto alle prime luci dell'alba, ha eseguito 27 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 2 ai domiciliari,  emesse dal gip Alessandra Piliego su richiesta del Pm Desirèe Digeronimo ai danni di esponenti a vario titolo riconducibili alla galassia che fa riferimento al clan operante nel capoluogo, ma anche nelle cittadine limitrofe.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Gli agenti della questura hanno eseguito gli arresti in diversi quartieri di Bari (Libertà, Bari Vecchia, Carbonara, Ceglie, San Girolamo, San Paolo, San Pio e Catino) ma anche Bitonto, Noicattaro, Capurso, Adelfia e fuori regione, a Napoli. Si tratta di un duro colpo al sodalizio criminoso: secondo gli inquirenti in manette sarebbero finiti alcuni importanti 'quadri' degli Strisciuglio, attivi nelle principali diramazioni di zona come il 36enne Nicola Telegrafo, ritenuto dalla Dda il perno del sodalizio a Carbonara e il 43enne Francesco Valentino, considerato di spicco nel ramo del quartiere Libertà. Le accuse, per i fermati, sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione,associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi da guerra e comuni da sparo.

Le indagini, avviate grazie all'apporto di alcuni pentiti, si riferiscono al periodo tra il 2007 e il 2012 e avrebbero portato alla luce il modus operandi della presunta organizzazione, che avrebbe copiato rituali mafiosi tipici della camorra: "Una parte molto attiva del clan - ha riferito il procuratore aggiunto Drago nella conferenza stampa in Questura - controllava con metodi di tipo camorristico le principali attività criminose, dallo spaccio di estorsioni alla guardiania nei cantieri edili e di alcune discoteche baresi". Non si sarebbero limitati a imporre i vigilantes, ma a cantiere chiuso il luogo si sarebbe tramutato in una vera e propria fabbrica per il confezionamento delle dosi di droga per uno smercio complessivo di 1 kg di cocaina e 25kg di hashish al mese, capaci di garantire entrate importanti, da diverse decine di migliaia di euro. Lo stupefacente sarebbe arrivato da Napoli e in questo senso rientrerebbero i due arresti effettuati nel capoluogo partenopeo. Nel corso del blitz gli inquirenti hanno sequestrato 15kg di hashish, 2 di cocaina e 1 di eroina.

La droga veniva smerciata sopratutto a Capurso e Adelfia, mentre i cantieri 'occupati' sarebbero quelli di Carbonara, nei quali l'imposizione di alcuni uomini di fiducia da parte del clan, sarebbe stata all'ordine del giorno, senza vere denunce da parte delle aziende, impaurite dalle modalità di azione: "Gli imprenditori - spiega il procuratore Drago - devono avere fiducia e denunciare. Possono fidarsi del nostro lavoro. Lo Stato sta lavorando per riprendere il controllo dei quartieri, sottraendoli alla criminalità".

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