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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ruvo di Puglia

Una postazione illegale di caccia ai cinghiali nel parco dell'Alta Murgia: scattano denunce e sequestri

Tre persone sono state scoperte a Ruvo: avevano 'pasturato' un terreno, ovvero sparso al suolo alcuni alimenti per attrarre gli esemplari e quindi abbatterli più facilmente

Avevano preparato una "pastura" ai margini del bosco Cortogigli a Ruvo, nel parco dell'Alta Murgia, spargendo sul terreno alimenti per attrarre i cinghiali da cacciare illegalmente. Scoperti dai carabinieri forestali, in tre sono stati denunciati.

I tre avevano “pasturato” un’area ben precisa e con caratteristiche idonee ad attirare la fauna. Le pasture - spiegano i carabinieri forestali - consistono nel foraggiare ossia disperdere al suolo alcuni alimenti (mandorle, legumi, patate) di cui vanno ghiotti i cinghiali, solitamente abituali, i quali ritornano sulla postazione per alimentarsi, e così facendo risulta più facile aspettarli per poi abbatterli.

Tale attività “prodomica” all’abbattimento è considerata dalla normativa di settore chiaro “esercizio venatorio” oltreché vietata dalle disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale.

Pertanto, individuate le pasture, i militari hanno atteso l’arrivo dei tre soggetti bloccandoli nel loro intento e procedendo così all’identificazione, ponendo così sotto sequestro preventivo i tre fucili da caccia e le relative munizioni adatte per ungulati in possesso degli stessi.

I militari nelle attività di monitoraggio a distanza della postazione hanno altresì accertato che l’area pasturata era controllata da una foto-trappola, strumento di video ripresa utilizzato comunemente per osservare a fini scientifici la fauna selvatica, di proprietà dell’Ente Parco, che era stato in precedenza rubato da altra postazione. Infatti uno dei tre soggetti, ben conoscendone il funzionamento, si era avvicinato alla foto-trappola disattivandola e recuperando la memoria interna, poi consegnata ai militari operanti.

Per questo oltre al reato di esercizio venatorio in area protetta, i tre soggetti, residenti a Sammichele di Bari, sono stati deferiti in concorso tra loro, anche per il reato di ricettazione.

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