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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Carrassi / Viale Papa Giovanni XXIII

Sfratto coniugi Tempesta: una situazione che 'rivendica giustizia'

Dopo la proroga di maggio, la situazione della coppia disabile resta invariata: il Comune non trova soluzione, il proprietario rivendica l'appartamento e lo sfratto viene nuovamente rimandato. Durissimi i rappresentanti dei movimenti sociali: "Situazione ignobile"

Una vicenda che definire spinosa è un eufemismo: a distanza di circa 50 giorni dallo sfratto, poi prorogato, deciso nei confronti della coppia di coniugi disabili Gianni e Gianna Tempesta, la situazione è rimasta pressoché immutata. Il Comune di Bari non ha trovato alcun tipo di soluzione all'eventuale sgombero dell'appartamento dei coniugi Tempesta e la rabbia di chi è vicino ai due disabili, appostati in un picchetto anti-sfratto davanti all'abitazione della coppia, esplode rabbiosa: in mattinata, rappresentanti del Sindacato Unione Inquilini e del Collettivo Lotta per la Casa capeggiati da Annalinda Lupis e Donato Cippone, hanno protestato in maniera veemente contro l'atteggiamento dell'amministrazione comunale, rea di essersi mossa con estremo ritardo e in maniera poco chiara nei confronti del caso in questione. "Quella dei coniugi Tempesta è una situazione che grida giustizia - afferma Donato Cippone, presidente dell'associazione di promozione sociale "Una Puglia migliore" -. Da 4 anni c'è una petizione popolare all'ordine del giorno del Consiglio Comunale mai discussa dalla giunta; il 31 maggio scorso è stata approvata all'unanimità una mozione nel Consiglio e, nonostante ciò, il Sindaco non ha preso provvedimenti in merito; c'è un esposto alla Procura della Repubblica perché i coniugi Tempesta hanno scoperto che tre cittadini defunti risultavano assegnatari di alloggi popolari firmando la domanda di assegnazione dopo il loro decesso...Con questo 'sistema' non si può andare avanti: noi non ci stiamo!". Sulla stessa linea il grido di Annalinda Lupis, Segretario Provinciale dell'Unione Inquilini Bari: "E' una situazione ignobile. Non c'è volontà da parte dell'amministrazione di risolvere il problema sociale dell'emergenza abitativa, un'emergenza che secondo Emiliano non esiste. Se il Comune di punto in bianco smette di fornire aiuti economici a una famiglia e si permette il lusso solo 24 ore prima dello sfratto esecutivo di provare a raggiungere un accordo, significa che c'è qualcosa che non va. E' meglio dare vita all'agitazione popolare piuttosto che chiedere le cose alle istituzioni: si rischia meno a prendere ciò che si vuole con la forza piuttosto che provare il dialogo". Una situazione da allarme rosso, insomma, sia dal punto di vista sociale che penale: sociale in quanto l'emergenza abitativa della quale parla la Lupis e minimizzata dal sindaco Emiliano trova ulteriore conferma nella figura di una donna, presente al picchetto di protesta, costretta fuori casa da circa una settimana e obbligata a vivere in auto assieme a sua figlia. Penale per via della vicenda scovata dai coniugi Tempesta relativa all'assegnazione degli alloggi popolari a cittadini defunti.

Il riassunto della lunga mattinata di oggi comincia intorno alle 10.30 con l'arrivo dell'ufficiale giudiziario incaricato dello sgombero che si è unito, assieme ai legali dei coniugi Tempesta, gli assistenti sociali e il legale della controparte, in un 'summit' chiuso alla stampa. L'incontro ha una finestra inaspettata intorno alle 12 quando arriva l'assessore al Patrimonio e all'Edilizia residenziale Gennaro Maria Palmiotti, il quale afferma che 'il Comune si impegna a pagare al proprietario dell'immobile 9mila dei 10.350 euro che la famiglia Tempesta deve per inadempienza". Il proprietario dell'immobile, però, non è sufficientemente soddisfatto e rivendica l'intera somma: gli animi si scaldano e si torna a discutere in casa Tempesta. Il nuovo 'vertice' fra le parti in causa dura fino alle ore 15, momento nel quale si apprende della decisione di prorogare nuovamente l'esecuzione di sfratto dei coniugi Tempesta, questa volta al 28 settembre. In pratica, dopo svariate ore di febbrile attesa, si arriva allo stesso identico epilogo ottenuto il 10 maggio scorso quando lo sfratto fu prorogato, praticamente con le stesse modalità odierne, a oggi. Quello che muta, però, è lo stato di chi rivendica giustizia e chiarezza: l'eco delle richieste dei coniugi Tempesta e di chi ne cura gli interessi, ne siamo più che sicuri, aumenta in modo esponenziale.
 

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