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Cronaca

Conservatorio, la denuncia degli studenti: "Spariti i fondi donati dal sultano dell'Oman"

Da quattro anni non c'è più traccia dei tre milioni di euro che sarebbero dovuti servire per finanziare borse di studio. E gli allievi del Piccinni lanciano una petizione

Avrebbero dovuto essere utilizzati per finanziare borse di studio per gli allievi del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, e invece quei soldi sembrano spariti nel nulla. Sono i tre milioni di euro donati alla scuola dal sultano dell'Oman, Qaboos bin Said, che quattro anni fa visitò la città di Bari. Dono generoso, quello del sultano, e non l'unico nei confronti dei baresi: altri due milioni di euro, infatti, furono donati al reparto di cardiochirurgia delll'ospedale pediatrico Giovanni XXIII, che li impiegò subito per acquistare attrezzature e macchinari di ultima generazione.

Completamente diverso, invece, l'uso che di quella donazione ha fatto il Conservatorio Piccinni. O meglio, il 'non uso', visto che sono passati ormai quattro anni, e di quei soldi non si hanno più notizie. Già un anno fa, la Procura di Bari aveva ricevuto un esposto in cui si chiedeva di fare chiarezza sull'utilizzo di quei soldi. Ma in questi giorni gli allievi sono tornati alla carica, scrivendo una lettera al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, al direttore generale Afam Giorgio Bruno Civello e al presidente della fondazione "Giovanni Paolo II", Aldo Loiodice. Fondazione, questa presieduta da Loiodice, nata nel 2010 proprio con l'obiettivo di utilizzare quei fondi, di cui nel periodo 2008-2009 erano già stati impiegati 61mila euro per 21 borse di studio. Ma di gran parte di quei soldi sembrano essersi perse le tracce. Così, in vista del nuovo anno accademico, gli studenti chiedono che quei fondi vengano messi effettivamente a disposizione, con un nuovo bando per le collaborazioni e con iniziative di cui possano beneficiare tutti gli studenti.
 

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