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Cronaca Corato

"Dacci i soldi o sono botte": estorcevano denaro a coetaneo, presi tre giovani

Il caso a Corato: le indagini, partite dopo la denuncia della vittima, hanno portato i carabinieri ad identificare i tre. Minacce ed estorsioni si sarebbero ripetute in più occasioni, facendo piombare il giovane nel terrore

"Dacci i soldi, o ti riempiamo di botte". Così i tre 'baby estorsori' minacciavano il loro coetaneo, per convincerlo a consegnargli somme di denaro. Episodi che si sarebbero ripetuti più volte, fino alla decisione della giovane vittima, ormai terrorizzata, di denunciare.

I tre presunti responsabili - tre giovani di Corato, tra i 16 e i 17 anni - sono stati identificati dai carabinieri, che hanno eseguito oggi a loro carico  un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Bari con l'accusa di estorsione aggravata. Per il più giovane dei tre è stata disposta la misura cautelare del collocamento in comunità, mentre per gli altri due la misura cautelare della permanenza in casa. 

La denuncia e gli episodi di estorsione

Le indagini sono partite a giugno, quando un giovane di Corato, finito nel mirino dei  tre e ormai stanco di trovarsi a vivere nel timore di continue ritorsioni, decide di denunciare tutto ai militari. Il terzetto - secondo quanto accertato dagli investigatori - in una prima occasione, nel mese di maggio, avrebbe minacciato il coetaneo di percuoterlo se non avesse consegnato loro la somma di 200 euro. Pertanto, dopo pochi giorni, il malcapitato tornava sul luogo delle minacce e consegnava quanto richiesto.  A distanza di circa due settimane il ragazzo sarebbe stato nuovamente avvicinato dai tre che, dopo averlo strattonato e maltrattato, chiedevano ulteriori 300 euro che la vittima avrebbe ceduto dopo pochi giorni. Un modo di operare, quello dei tre giovani, che seguiva anche una modalità precisa: uno seduto su una panchina monitorava l’area circostante, mentre gli altri due ponevano in essere l’attività estorsiva vera e propria.

"Vittima terrorizzata"

La vittima, divenuta bersaglio elettivo del sodalizio, viveva ormai - sottolineano gli investigatori - in un clima di terrore sapend che i soggetti incriminati e sapeva che non si sarebbero limitati alle semplici parole. In un’occasione, in particolare, mentre passeggiava accompagnato, alla vista dei suoi aguzzini, il giovane si sarebbe immediamente irrigidito, ammettendo spontaneamente di "avere paura". Per questo, timoroso per la propria incolumità cedeva alle richieste di quel gruppo che agiva come un "vero e proprio sodalizio criminale". 

Il modo di operare e il pericolo che gli stessi potessero reiterare questo tipo di condotta nei confronti di altri soggetti, sono stati determinanti nella scelta dell’A.G. di sottoporre i tre alle misure cautelari.

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