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Cronaca

Cultura in città, estate flop? Confronto operatori-assessore: "Anno buttato", "No, al lavoro per il futuro"

Dibattito aperto sugli ultimi mesi a Bari, tra tanti turisti e, secondo i cittadini, non molti eventi a disposizione. De Trizio: "Non c'è una visione". La replica di Maselli: "Il capoluogo è più vivo che mai. Roma non è stata costruita in un giorno"

"Come cantavano i Righeira, l'estate sta finendo ma soprattutto un anno se ne va: non è solo una questione degli ultimi mesi ma di tutto il 2016. Mancano politiche culturali serie per la città, è un disastro". Dopo la 'stagione' con molti turisti ma da tanti definita povera di eventi, si riapre il dibattito su quanto Bari offra, sulle sue potenzialità e sul rapporto tra gli operatori e le imprese del settore e l'amministrazione cittadina, Lo scontro è aperto da tempo con una parte di lavoratori e artisti critici verso le scelte prese a Palazzo di Città. L'ultimo bando approvato a luglio, da 40mila euro, a sostegno del cartellone di attività estive nei quartieri, ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso: "Il problema è più ampio - spiega Giuseppe De Trizio, musicista dei Radicanto e componente del gruppo Appello per la Cultura, che riunisce circa 30 imprese del settore - ed è legato all'intera annualità. Ad oggi non risulta pubblicato alcun avviso pubblico che dia atto dei contributi a sostegno nei 12 mesi. Il Comune dice che è 'colpa' delle tempistiche del rinnovamento del Regolamento sul settore" approvato alcune settimane fa dalla Giunta cittadina "ma non si capisce come mai non si potesse applicare comunque quello vecchio e far entrare normalmente a regime il nuovo nel 2017. Tra l'altro, il sindaco Decaro afferma di aver aumentato del 37% le provviste finanziarie. A noi risulta che l'ultima delibera è del 2015 con, precisamente, 301689 euro di fondi".

"Si dice - continua De Trizio - che non ci siano soldi ma il Comune ha approvato uno stanziamento di 3 milioni di euro per la cultura, due dei quali vanno alla Fondazione Petruzzelli. Riteniamo che questa sia una scelta politica che verrà poi giudicata dagli elettori". Gli attivisti del gruppo non criticano solo la mancanza "di un piano" del settore, ma anche la politica dei grandi eventi che prevederà, ad esempio, tre appuntamenti di rilievo internazionale a settembre, in città, concentrando tutto o quasi a fine estate: "Queste iniziative - aggiunge De Trizio - sono come un acquazzone di cinque minuti. Stiamo ancora aspettando i dati sull'impatto economico dell'ultimo concerto di Capodanno".

Non si è fatta attendere la replica dell'assessore cittadino alle Culture, Silvio Maselli: "Amministrare è più difficile che suonare - afferma  -  E' un mestiere che rispetto tantissimo. Stimo De Trizio come musicista ma non mi piace l'atteggiamento di gettare la pietra e nascondere la mano. Lo invito a venire in Assessorato e a presentarmi le sue proposte. Il tavolo che ha dato vita al nuovo regolamento ha visto seduti tutti i sette soggetti che rappresentano gli operatori. Il testo andato in discussione in Consiglio ed è stato quindi approvato. I sindacati e le organizzazioni datoriali non ci hanno chiesto né ufficialmente, né ufficiosamente di fermare l'iter, anzi, abbiamo anche accolto alcuni suggerimenti. Con il nuovo regolamento, dal 2017 risolveremo la questione dei tempi di programmazione che dovranno essere compresi entro l'anno in corso attraverso una delibera di indirizzo e la mancanza delle risorse, in ogni caso superiori a quelle stanziate dalle amministrazioni precedenti. Si tratta di una rivoluzione copernicana".

"Entro le prossime settimane - aggiunge Maselli - bandiremo il bando relativo a quest'anno, del valore di 200mila euro. Per il prossimo chiediamo da mesi, a gran voce, al Governo, l'istituzione della tassa di soggiorno che frutterebbe 1,5 milioni di euro, un terzo da destinare alle attività di promozione turistica e il resto alle attività culturali". Sulla proposta lanciata proprio da De Trizio, di modificare le deleghe dell'assessorato, ovvero legare la Cultura all'Istruzione e lasciare il Turismo con Marketing e Grandi eventi, Maselli risponde così: "Separare i due ambiti è antistorico anche perché è stato accorpato un Ministero con il Turismo, la Cultura e lo Spettacolo. Sarebbe drammatico separare le cose, in un momento in cui Bari è, nonostante quello che si pensi, è più viva che mai: nei prossimi tre anni, tra Polo del Contemporaneo e Archeologico, Castello Svevo riaperto, museo virtuale degli ipogei, Piccinni, Kursaal e auditorium riattivi, senza contare la più grande Public Library del Mezzogiorno alla Rossani e il Waterfront di San Girolamo, la nostra città amministrata da Antonio Decaro, a cui sono legato da sentimenti di totale condivisione, sarà la più culturalmente infrastrutturata del Sud. Bisogna restare uniti, Roma non è stata costruita in un giorno: lo sport che va per la maggiore - chiosa Maselli - è attaccare l'assessore alla Cultura. Così si distrugge tutto. Sono stanco e basito da questo atteggiamento. In ogni caso ho il dovere di amministrare la nostra città".

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