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Cronaca Bari Vecchia

Bari Vecchia, addio gazebo. E' lotta fra Comune e ristoratori

Dal 23 gennaio prenderanno il via le operazioni di smontaggio dei gazebo dai locali della città vecchia. Una situazione che sta creando enorme insoddisfazione fra i commercianti della zona

E' caos a Bari Vecchia per la nuova legge comunale sull'occupazione di suolo pubblico: dopo la missiva inviata lo scorso 5 gennaio dal sindaco Emiliano alla circoscrizione Murat-San Nicola che impone la demolizione delle strutture non a norma (a partire dal prossimo 23 gennaio) e una nuova successiva richiesta di occupazione di suolo pubblico, è scontro fra amministrazione comunale e commercianti della zona. La legge, nata circa un anno fa in base alle indicazioni della Soprintendenza per salvaguardare il decoro di Bari Vecchia e la piena visibilità dei palazzi e dei monumenti storici, è infatti fortemente penalizzante per molte strutture della zona che, per via della demolizione dei loro gazebo, perdono tantissimi posti a sedere vedendo così drasticamente ridotte le loro attività economiche.

Una situazione di grande difficoltà per i commercianti che vede il presidente della circoscrizione, Mario Ferorelli, entrare duramente in tackle contro l'amministrazione comunale: "C'è uno scoramento generale da parte dei ristoratori - dice Ferorelli -. Devono pagare per colpe non loro perchè erano dieci anni che il Comune non aveva un regolamento sull'occupazione di suolo pubblico e, in questa mancanza, ognuno si era adattato alle norme generali e aveva fatto ciò che voleva per cercare di migliorare il modo di lavorare aumentando i posti a sedere. Da quando l'anno scorso è uscito il nuovo regolamento, si sono dovuti adeguare. Lo hanno fatto e lo stanno facendo chiedendo di rispettare, se possibile, le regole di mercato ossia che a Bari Vecchia, dove i locali sono molto piccoli, ci fosse una qualche possibilità di avere degli ulteriori posti all'esterno. L'amministrazione - accusa Ferorelli - avrebbe dovuto mostrare più magnanimità in questo provando a fare il possibile per far mantenere gli standard operativi utili per il loro equilibrio economico e ciò non è avvenuto. In questo contesto l'amministrazione, piuttosto che andare incontro alle esigenze delle attività economiche, ha messo i bastoni fra le ruote. Il risultato finale è che all'indomani della sentenza di demolizione delle strutture non a norma non vi è stato un supporto e, nel peggiore dei casi, alcune strutture hanno chiuso o stanno chiudendo. In altri casi, invece, molti dipendenti verranno licenziati".

Il presidente della circoscrizione Murat, poi, prosegue il suo 'j'accuse' chiamando in causa direttamente uno dei membri dell'amministrazione comunale: "La situazione, dal mio punto di vista, è drammatica perchè si stanno verificando, o si verificheranno, due conseguenze: la riduzione drastica del fenomeno della 'movida' e un peggiormaneto dell'aspetto estetico dei locali e delle piazze visto che al posto delle strutture esistenti finora, che avevano un certo ordine architettonico, si avrà una vera e propria baraccopoli formata da ombrelloni e paraventi con l'aggiunta di protezioni di cellophane, tiranti e corde. Da qui nasce la mia polemica, che non è poiltica, rivolta all'assessore Sannicandro, il quale continua a ripetere la litania che tali norme sono nate per migliorare l'aspetto estetico della zona quando, in realtà, così non è: basta fare una fotografia oggi e confrontarla con una di qualche mese fa per capirlo".

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