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Cronaca Libertà

"Ripetute aggressioni, cattivi odori e animali maltrattati": caos in un condominio del Libertà

La denuncia dei residenti per quanto da diversi anni avviene in via Malta. Diversi gli esposti presentati e gli interventi della polizia, ma la situazione non cambia. "E' in cura dal Csm, ma ci dicono che sta bene e non può essere allontanato"

Il balcone sporco di escrementi, schiamazzi degli animali tenuti in casa, minacce e comportamenti persecutori. Tutti atteggiamenti di un 42enne barese mal sopportati dai condòmini, poi sfociati in un'aggressione due settimane fa. "Fermata fortunatamente dall'intervento della polizia locale - racconta uno di loro - sennò qualcuno si sarebbe potuto fare davvero male". È caos in un palazzo di via Malta, nel quartiere Libertà, dove diversi inquilini si sono più volte rivolti alle Forze dell'Ordine per cercare di porre un freno agli atteggiamenti dispotici di un residente.

"Animali maltrattati e lasciati nella sporcizia"

Le foto inviate alla redazione di BariToday e i racconti degli inquilini non lasciano dubbi sulla situazione di degrado in cui vive l'uomo. In uno degli scatti si vede un cane - "uno dei tanti animali che in casa" assicurano gli inquilini - che riposa sul balcone tra gli escrementi. Che aggiunti a quelli di altri animali che tiene con sé - e che maltratta regolarmente" aggiungono, rendono difficile la convivenza, ancora di più con il caldo quando i cattivi odori si intensificano. Se le testimonianze dei vicini fossero provate, quindi, si configurerebbe anche il reato di maltrattamento di animali.

Le aggressioni riportate nelle denunce

L'uomo, che vive da solo nell'appartamento da diversi anni nonostante sia seguito dai servizi sociali per problemi mentali, come assicurano i residenti, sarebbe pure difficile da avvicinare. A dimostrazione di questo, ci sono le varie querele a suo carico fatte dagli altri abitanti del condominio. Il litigio avvenuto tre settimane è solo l'ultimo episodio, già a marzo i vicini hanno chiamato due volte il 113, come indicato in un esposto presentato alla Questura. Nel primo caso, come si legge dalla denuncia, l'uomo si è presentato con aria minacciosa all'ingresso di uno degli appartamenti, con i proprietari che spiegano aver sentito "suonare insistentemente e battere forti pugni contro la nostra porta d'ingresso. Guardando dallo spioncino abbiamo visto il signor [...] che aspettava con aria minacciosa che aprissimo, a quel punto abbiamo chiamato il 113". Agli agenti intervenuti l'uomo ha negato l'ingresso in casa, e dopo avergli preso le generalità "sono venuti su da noi - prosegue il documento a firma di cinque residenti - e abbiamo esposto le nostre preoccupazioni, visto che ormai questi episodi si ripetono periodicamente". Il giorno successivo la situazione si aggrava: l'uomo si piazza davanti alla porta d'ingresso del locale di una delle firmatarie e non le permette di entrare. Anche in questo caso scatta la chiamata alla polizia. Gli agenti "insistono a bussare al suo appartamento, ma pur essendo in casa non apre". Salvo poi aggredire verbalmente i vicini che gli chiedono spiegazioni sul suo comportamento.

Dodici giorni dopo arriva la visita di una psichiatra, allertata dai residenti, al quale segue una nuova intimidazione: l'uomo si fa trovare appoggiato a una macchina mentre si sfrega i pugni "come per prepararsi a dare botte" e la segue all'interno del condominio, finché la donna non si rifugia in casa. L'anno prima era andata peggio: a luglio aveva aggredito prima verbalmente e poi colpito con un calcio alla gamba una donna, costretta a rifugiarsi nella vicina ferramenta per sfuggire all'ira dell'uomo. Trasportata poi al Pronto soccorso, le era stata diagnosticata una contusione alla coscia sinistra.

"Inutili le chiamate al Csm"

Insomma, si vive in un clima di paura nel condominio. Le tante chiamate agli agenti di polizia non sono servite che come palliativo momentaneo, mentre il timore di nuove aggressioni si fa sempre più forte. Inutili anche i tentativi di far intervenire gli operatori del Centro di sanità mentale di Japigia che segue l'uomo: "Ci dicono che sta bene e che quindi non possono fare niente loro - assicurano i condomini - speriamo che qualcuno intervenga presto, prima che qualcuno si possa fare veramente male".

Alcuni anni fa l'uomo era stato anche ospedalizzato per il Trattamento sanitario obbligatorio, ma anche in quell'occasione era stato dimesso ed era tornato a casa. Con buona pace di tutto il condominio. "Ci dispiace - concludono - che sia stato abbandonato dalle istituzioni, viste le sue palesi condizioni di disagio e l'impossibilità di essere autonomo. Andrebbe curato in una struttura adeguata e non lasciato in casa da solo".

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