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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Madonnella / Lungomare Armando Perotti

Parco Perotti, i podisti: “Se torneranno le ruspe, sarà un fallimento”

Dopo la sentenza di condanna allo Stato italiano si torna a parlare di costruzione. Ma i frequentatori del parco non ci stanno

Il destino di parco Perotti è ancora insondabile. Dopo la sentenza con cui la Camera di Strasburgo ha confermato la decisione della Corte europea dei Diritti dell'Uomo di condannare lo Stato italiano al versamento di 49 milioni di euro nei confronti delle tre società costruttrici di Punta Perotti (Sud Fondi, Mabar e Iema), sul destino del parco pende più di un punto interrogativo. Le imprese costruttrici, tra cui quella che fa capo alla famiglia Matarrese, hanno fatto già intendere che se non ci sarà una valida alternativa in termini di cubature, torneranno molto presto a costruire, data l’edificabilità dei terreni e l’illegittimità della confisca, sancita nell’ultima sentenza.

La notizia non può non destare preoccupazione, soprattutto tra quanti parco Perotti lo frequentano. In primis, i podisti: un esercito di persone che quotidianamente raggiunge il parco per correre senza l’intralcio di macchine e motorini. “Le condizioni del parco sono quelle che sono, l’erba è incolta e mancano servizi decenti, ma se inizieranno a costruire sarà una grande sconfitta per tutta la città”, afferma Nicola Ingravallo, 38 anni.

Il coro è quasi unanime. “E’ una città senza una vera politica sul verde – asserisce Maria L., 28 anni -. Questo è l’unico spazio pubblico per i nostri bambini, che non vedono l’ora di scendere da casa per giocare con gli amici. Ho sentito della possibilità di ricostruire, sarebbe per noi un vero problema”.

Francesco U. è un amante del footing serale. Alle 19 finisce di lavorare e poi di corsa verso il parco per un’oretta di allenamento: “Sarebbe dovuto essere il parco della rinascita invece oggi meriterebbe ben più di una manutenzione. L’amministrazione comunale sembra non investirci molto e sbaglia; se torneranno le ruspe andremo altrove a conferma che per gli sportivi questa città fa molto poco”.

Nell’area attorno al parco manca un’adeguata vigilanza. Almeno questo il pensiero di alcuni residenti che, questa estate, hanno sottoscritto una petizione popolare insieme a don Angelo Cassano, parroco della chiesa di San Sabino, con l’obiettivo di richiedere una più efficace presenza delle forze dell’ordine nell’area circostante al Parco, di recente punto di ritrovo di alcune prostitute durante le ore serali.

Il futuro del parco è incerto. Quando si aprirà il capitolo Piano regolatore ne se saprà di più. Non è escluso che alla fine si converga per una soluzione mediana, che permetta di mantenere in piedi il parco, fatto salvo il diritto dei legittimi proprietari di costruire laddove il terreno risulti ancora edificabile. Il rebus è aperto.
 

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