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Cronaca

Dec: le case di Poggiofranco ai politici, cantinole abusive nei parcheggi

Spuntano i primi nomi di chi avrebbe acquistato gli appartamenti costruiti dal gruppo Degennaro in via Pappacena, sulla carta destinati alla forze di polizia. E dalle carte emergono altri illeciti nella costruzione del parcheggio di piazza Giulio Cesare

Ex consiglieri comunali e regionali, dipendenti del Comune in rapporto di amicizia con i De Gennaro, e anche il figlio del presidente del Tribunale di Bari, Vito Savino, ex presidente della giunta regionale pugliese dal 1993 al 1994, in quota Dc. Spuntano i primi nomi degli acquirenti "vip" degli appartamenti di via Pappacena. Realizzati dalla Dec con contributi pubblici, gli immobili di Poggiofranco erano destinati sulla carta ad essere affittati a poliziotti, carabinieri e finanzieri. Ma il canone di affitto era troppo elevato, così molte case sarebbero state vendute ai privati, spesso vicini agli imprenditori.
 

SAVINO E I COLLEGI PER L'ESPROPRIO - A proposito dell'acquisto della casa da parte di suo figlio Giorgio, il presidente Savino ha precisato che l'appartamento è stato acquistato dal figlio e dalla nuora "nel rispetto delle regole e con mutuo trentennale", sottolineando di non aver mai avuto alcun rapporto economico diretto con i De Gennaro.

Dagli atti risulta che Savino, in qualità di presidente del Tribunale, nel 2008 ha nominato due professionisti come 'terzo perito super partes' dei collegi arbitrali che hanno determinato l'indennità di esproprio da versare a due società che avevano subito l'esproprio di terreni nell'area in cui è sorto il direzione del San Paolo. I due collegi hanno determinato le indennità di esproprio in misura - secondo i pm - "di gran lunga" superiore a quella calcolata dal Comune di Bari, che è risultata essere misera. Una vicenda che comunque per la Procura non ha rilievo penale.


LE CANTINOLE ABUSIVE A PIAZZA GIULIO CESARE - Intanto dagli atti emergono nuovi dettagli sugli illeciti compiuti dai de Gennaro nella costruzione delle opere appaltate dal Comune al fine di ottenere maggior guadagni. In particolare, nel parcheggio interrato di piazza Giulio Cesare, le intercapedini al terzo piano vennero suddivise internamente ottenendo 23 locali, non previsti nel progetto iniziale, in seguito illecitamente venduti come cantinole al prezzo di 10mila euro ciascuno.

A proposito di questi locali realizzati abusivamente, in un'intercettazione tra il presidente della commissione di collaudo, Saverio Sabini e uno dei tecnici della Dec, Michele Corona, si parla della necessità di dichiarare ufficialmente che l'intercapedine aveva "solo ed esclusivamente uso manutentivo", perché le cantinole risultavano accatastate ("e non poteva essere altrimenti", sottolineano gli inquirenti) come "intercapedine" quindi non vi era alcuna traccia formale dell'abuso. "Così - scrivono i pm - le intercapedini divenivano artificiosamente cantinole (a vantaggio della società che ne avrebbe ricavato il fitto o i ricavi della vendita) e le porte di accesso sarebbero state camuffate come porte d'ispezione".


 

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