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Cronaca

Appalti in cambio di denaro e favori, chiuse le indagini sul "sistema Tarantini"

Quindici le persone indagate nell'ambito di due filoni d'inchiesta che coinvolgono gli imprenditori Gianpaolo e Claudio Tarantini. Associazione per delinquere, corruzione, peculato e truffa tra i reati contestati

Chiuse le indagini per una delle inchieste condotte dalla Procura di Bari sulla sanità pugliese. Si tratta di due filoni, poi unificati, che ruotano intorno al sistema affaristico messo in piedi dai due imprenditori baresi Gianpaolo e Claudio Tarantini per ottenere appalti e forniture nelle diverse strutture sanitarie pugliesi.

GLI INDAGATI - Quindici le persone raggiunte ieri dall'avviso di conclusione delle indagini: oltre ai fratelli Tarantini e all'ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, indagati anche Antonio Colella, all'epoca dei fatti capo area gestione patrimonio della Asl di Bari, Francesco Lippolis, direttore amministrativo della stessa Asl, Michele Vaira, funzionario della Asl di Bari, S.T., V.P., Antonio Pica, legale rappresentante della società "Sport Club", Cristina Rosaria Signorile e Domenico Miscioscia, responsabili del servizio di prevenzione e protezione della società "Pura Depurazione", società di diritto pubblico controllata da Aqp, Lucia Montinaro, dipendente Asl, Angelo Damiani, Mauro Spagnoletta e Benedetto Verdiani, componenti della commissione di gara per l'affidamento del servizio di sorveglianza sanitaria finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza per il personale addetto agli impianti di depurazione.

IL SISTEMA DI CORRUZIONE - Secondo i pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia, che hanno unificato due diversi oprocedimenti, i fatti contestati si sarebbero svolti nel periodo tra il 2008 e il 2010. Il primo dei due fascicoli è relativo alla gestione delle gare e delle trattative per l'acquisto di attrezzature e protesi sanitarie. In particolare vacanze a Montecarlo, un Rolex e persino un cappotto in cambio di una fornitura della società Tecno Hospital Srl di Giampaolo Tarantini e di tavoli chirurgici per le sale operatorie dell'ospedale Di Venere di Bari. Regali che Tarantini avrebbe fatto a Lea Cosentino. E poi le nomine di Colella e Lippolis, formalmente disposte dalla Cosentino, su mandato di Tarantini, determinate proprio per gestire le gare. In cambio, Colella avrebbe ottenuto favori sessuali e denaro e persino uno stipendio mensile di 2mila euro per il figlio. Lippolis una tangente di 30mila euro. Le forniture che Tarantini si sarebbe aggiudicato irregolarmente sono sette, per un valore complessivo di oltre 770mila euro. Il secondo fascicolo sarebbe concentrato su una serie di episodi di corruzione sempre legati alle forniture nelle strutture sanitarie.

LE ACCUSE - I reati contestati ai 15 indagati sono, a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione e istigazione alla corruzione, peculato, turbativa d'asta, falso materiale e ideologico, truffa, frode in pubbliche forniture.
 

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