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Cronaca Loseto

Dalla periferia un esempio di solidarietà e accoglienza, a Loseto nasce 'Casa Freedom'

La struttura, destinata ad ospitare detenuti in permesso premio, nasce nella canonica della chiesa di 'San Giorgio' ed è il frutto di un lavoro di rete che ha coinvolto più realtà del territorio. Un progetto fortemente sostenuto dalla comunità parrocchiale, che ha contribuito in maniera concreta alla sua realizzazione

Già in passato la vecchia canonica della parrocchia ‘San Giorgio Martire’, nel borgo antico di Loseto, aveva aperto le sue porte per ospitare famiglie e persone in difficoltà. Ma quella casa, rimessa a nuovo e arredata con cura grazie al contributo e all’impegno di volontari e parrocchiani, in questi mesi si è trasformata in qualcosa di più. Un luogo di accoglienza, ma anche un simbolo di speranza, “un’opportunità di riscatto”. E’ qui infatti, nella grande canonica di questo quartiere di periferia, che nasce ‘Casa Freedom’, un alloggio per i detenuti in permesso premio, che nell’impossibilità di disporre di un’abitazione – perché stranieri o lontani da casa – potranno qui incontrare le proprie famiglie e trascorrervi del tempo.

Una realtà del tutto nuova, frutto da un lavoro di rete che ha coinvolto il Servizio di Pastorale Carceraria dei Frati Minori di Puglia e Molise, la Caritas Diocesana, la Cooperativa Maieutica, l'associazione Famiglia per tutti e la comunità parrocchiale del 'Salvatore' e di 'San Giorgio Martire' di Loseto, con il patrocinio del Garante dei detenuti e dei minori, dell'assessorato al Welfare del Comune di Bari e della Città metropolitana.

Un’opera, quella di Casa Freedom, simbolo di “una periferia che si fa grembo” e che "non è solo degrado", di un quartiere che “desidera generare riscatto sociale”, ha affermato Don Lino Modesto, parroco di Loseto, nel corso di un incontro per le presentazione della struttura, che sarà inaugurata ufficialmente sabato prossimo, 19 marzo, alla presenza dell’Arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Cacucci. “Un’opera segno”, l'ha definita Don Vito Piccinonna, direttore della Caritas Diocesana di Bari-Bitonto, richiamando l’impegno di tutte le comunità parrocchiali presenti sul territorio, mentre don Carlo Cinquepalmi, direttore Diocesano Ufficio Comunicazioni Sociali, citando le parole di Papa Francesco ha ricordato come lo stesso pontefice abbia più volte esortato le comunità a compiere opere concrete di misericordia.  Padre Mimmo Scardigno, del Servizio di Pastorale Carceraria Frati Minori di Puglia e Molise ha ricordato anche la figura di don Tonino Bello, che ha ispirato l’intero percorso e al quale è intitolato il ‘Centro di sostegno alla genitorialità’ che rappresenta l’altra ‘colonna’ del progetto, denominato ‘Convivialità delle differenze’, mutuando un’espressione utilizzata proprio dal vescovo di Molfetta.

Loseto, monsignor Cacucci inaugura 'Casa Freedom'

“Casa Freedom – ha commentato l’assessore comunale al Welfare Francesca Bottalico – è un servizio innovativo, nato con l’obiettivo di mettere al centro la persona, la famiglia e i legami e con la consapevolezza della responsabilità che ciascuno di noi che lavora nel mondo del welfare ha nei confronti di vive ai margini o cerca un possibile riscatto”.E alla centralità dei “bisogni delle persone detenute” ha fatto riferimento anche Rosy Paparella, Garante dei diritti dei minori, parlando del carcere come esperienza che crea “una frattura delle relazioni, altera gli equilibri di una famiglia”, e di ‘Casa Freedom’ come uno strumento per dare a chi vive questa difficile esperienza “la possibilità di ricostruire un modo di stare insieme nella quotidianità”.  Pietro Rossi, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà, ha invece ribadito l’importanza di coinvolgere le istituzioni nel supportare le necessità della struttura, che non possono essere affidate solo all’impegno della comunità parrocchiale e dei volontari. All’incontro ha partecipato anche la presidente  del Tribunale di Sorveglianza di Bari, Maria Giuseppina D’Addetta, che ha rivolto il suo ringraziamento alla comunità di Loseto, per aver reso possibile, con il suo impegno, la realizzazione di  una struttura “che la magistratura di sorveglianza richiedeva da circa vent’anni” e che “è sempre mancata”. D’Addetta ha ricordato l’importanza di un’opera simile, per permettere ai detenuti di vivere momenti di intimità familiare, insieme al coniuge e ai figli, evitando così ai bambini più piccoli l’esperienza talvolta traumatica della visita in carcere. Allo stesso tempo, ha sottolineato la presidente del Tribunale di sorveglianza, la concessione di un permesso premio “è una prova, un atto di fiducia per il detenuto” che dovrà impegnarsi a rispettare la struttura e la comunità che lo ospiteranno. 

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