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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Murat / Piazza Cesare Battisti

Borse di studio, continua la protesta. In piazza Battisti la manifestazione degli studenti

Dopo un corteo partito dal Campus gli studenti si sono riuniti nella piazza. Altri hanno esposto striscioni davanti alla Prefettura. E intanto la mobilitazione incassa il sostegno dei rettori pugliesi

La protesta degli studenti contro il decreto Profumo non si ferma. Dopo l'occupazione, ieri pomeriggio, della sede dell'Adisu in via Fortunato, questa mattina, intorno alle 11, un corteo di universitari è partito dal Campus per raggiungere piazza Cesare Battisti, dove tutti gli studenti si sono riuniti in assemblea. Altri studenti hanno organizzato un presidio davanti alla Prefettura, esponendo striscioni di protesta e chiedendo al prefetto di "comunicare al Ministero dell'Interno lo stato di agitazione degli studenti".

LE RAGIONI DELLA PROTESTA - Il decreto Profumo, spiegano gli studenti di Rete della Conoscenza Puglia, comporterà "l’espulsione dal sistema di diritto allo studio regionale di migliaia di studenti e studentesse restringendo i criteri di accesso ad esso". In assenza di sussidi adeguati, denunciano i ragazzi, molti dovranno rinunciare agli studi universitari, oppure, dal momento che il decreto penalizzerebbe gli atenei del sud rispetto a quelli del nord, si assisterebbe all'"esodo forzato dal sud al nord di tantissimi studenti con ISEE superiore a 14.300 di conseguenza l’ulteriore svuotamento delle università del sud".

"No al decreto Profumo", le foto della protesta

IL SOSTEGNO DEI RETTORI PUGLIESI - Oltre all'appoggio dell'assessore regionale all'Istruzione Alba Sasso e del Presidente dell'ADISU Carlo De Santis, la mobilitazione degli studenti ha ottenuto anche il sostegno dei rettori delle quattro Università pugliesi, che in una lettera inviata ieri al ministro Profumo hano esposto le ragioni della loro protesta.

"Come Rettori di Università meridionali, - si legge nella lettera a firma dei quattro rettori - opportunisticamente potremmo salutare con favore questa riduzione del limite di accesso all'esonero, che aumenta il numero di studenti che pagano le tasse. Ma è altrettanto evidente che fortissima è la nostra preoccupazione della certa riduzione ulteriore degli iscritti e, soprattutto, dell’enorme danno socio-economico che il provvedimento comporta per famiglie già in condizioni difficili, che potrebbero essere costrette a rinunciare all'istruzione universitaria. Tale meccanismo condurrà infatti inevitabilmente, se confermato, all’ennesima contrazione del numero di studenti universitari, e conseguentemente del numero di laureati, che vede il nostro Paese agli ultimi posti in Europa e, nella migliore delle ipotesi, all’emigrazione dei nostri giovani verso le regioni del nord e del centro, depauperando ancor di più il Mezzogiorno della propria migliore risorsa, il capitale umano". "Anche noi pertanto - conclude la lettera - ci uniamo a tutti gli studenti che, in questi giorni, stanno vivacemente protestando contro questo ennesimo attacco al sistema universitario nazionale. E chiediamo anche noi che tale provvedimento venga respinto con decisione nella riunione della Conferenza Stato-Regioni in programma il 7 Febbraio".

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