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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Margherita, un teatro con un futuro dinamico?

'I lunedì del Margherita' è un appuntamento per favorire l'incontro fra persone, idee, progetti, passioni culturali e fermenti creativi. Quando tante esperienze si condividono e diverse professionalità si riuniscono per ragionare finiscono col creare.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Comincia con la rivoluzione dei termini, per ora. 'I lunedì del Margherita' può essere un'idea di agorà, un termine che racchiude in sé il senso del confronto e dello scambio al fine di costruire un sentire comune. Una fabbrica di opinioni che si interseca creando un dibattito sulle tematiche culturali che caratterizzano una città perché questa possa crescere. Ma la città ha un'anima e va svegliata, stimolata, stritolata con le idee, le sollecitazioni, le motivazioni, le aspirazioni comuni per puntare a un obiettivo.

Già, un obiettivo. La parola chiave ci pare proprio questa.

Una comunità antica istallava la propria quotidianità intorno a una fonte d'acqua, perché riconosceva la vita che essa sprigionava e garantiva. L'insediamento produceva ricchezza per il territorio perché era in grado di sfruttarlo, e la popolazione progrediva in un percorso comune. Se l'obiettivo era la vita, il percorso comune era l'arricchimento, dunque.

Di quella comunità oggi facciamo fatica a riconoscerne i tratti identitari. Bari - ci chiediamo - in quale direzione sta viaggiando? Posta la bussola dentro il Teatro Margherita, visto il tema specifico, qual è il nostro nord? Se l'est è la produzione, l'ovest il progresso tecnologico, il sud la cultura, il nord potrebbe essere la vocazione europeista, per esempio. Bari si candida a capitale della cultura nel 2019.. Appunto. Marcia verso il riconoscimento. Ma con quali strumenti?

'I lunedì del Margherita', dicevamo. Ok, restiamo in tema. Di che parliamo?

Curiosando, lunedì scorso, affacciandosi dentro il teatro si scorgevano figure che - emergendo ciascuna dal proprio mondo in fermento artistico - si incrociavano per raccontarsi cos'è per loro l'arte. Come vive e come si esercita? Ma vive? E si esercita, prima di tutto? E qual è il linguaggio che adotta per comunicare?

Artisti, architetti, attori, maestri, appassionati, ingegneri, scrittori, designer, fotografi, registi, hanno provato a connotare con le parole la loro idea di arte (inciampata in un sistema). E infatti lunedì scorso (24 giugno) il tema era proprio 'Obiettivo possibile'. C'era posto anche per chi aveva voglia di ascoltare..

Come vive una comunità con un teatro che non è più teatro? Il Margherita non è più annoverabile come tale, occorre che si ridisegni l'identità. Oggi è un contenitore senza contenuto che fa fatica a identificare l'immagine di una città distratta. Un contenuto itinerante ce l'ha per la verità, ma l'idea stessa di precarietà e provvisorietà sta finendo per connotare questo spazio che potrebbe ambire ad altre dimensioni. Produttive, magari. Così com'è, un 'teatro-mausoleo' non corrode la coscienza civile, perché è statico.

Un museo oggi serve che sia dinamico, che vada oltre i confini stessi del suo spazio: gli ambienti sono fisici ma devono produrre flussi culturali che tendano a contaminare quegli spazi con l'internazionalità delle esperienze per ricadere sul territorio con l'impatto formativo che connota un laboratorio di idee, di opere e di cultura. Un progettone astratto?

No, molto più banale: un teatro-museo che rivoluzioni se stesso e che metta in connessione il popolo di questa città andando a invadere gli spazi della stessa città con performance, istallazioni, opere e pervasioni artistiche. Contaminando lo spazio fuori dal museo con l'obiettivo possibile di riportare al suo interno le esperienze e le storie della città. Un laboratorio che metta in mostra il laboratorio. Una rivoluzione nel museo, per il museo e con il museo. Dove gli spazi si intersecano, si sovrappongono, si annullano, si scambiano e si identificano all'interno di un contenitore. Una 'fabbrica culturale' in divenire.

C'è ancora spazio per contribuire al dialogo: lunedì 1° luglio si parlerà proprio della messa in scena del 'Museo della rivoluzione'. Il dibattito parte alle 20 ed è open space.

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