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Cronaca Ruvo di Puglia

Donna morta dopo il parto, i medici di Corato sentiti dalla Asl

Ieri l'audizione davanti alla commissione interna dei sanitari indagati per la morte della 29enne di Ruvo Maria Teresa Lauciello. Secondo i pm avrebbero sbagliato diagnosi, non accorgendosi che il feto che la donna aveva in grembo era ormai morto. Ma i sei medici respingono le accuse

Respingono ogni accusa i sei sanitari (quattro medici e due ostetriche) dell'ospedale Umberto I di Corato, indagati dalla Procura di Bari con l'accusa di omicidio colposo per la morte della 29enne ruvese Maria Teresa Lauciello, deceduta domenica scorsa al Miulli di Acquaviva dopo un primo ricovero nel nosocomio coratino.

Ieri i sei indagati sono stati ascoltati per alcune ore dalla commissione interna della Asl di Bari, davanti alla quale hanno respinto nettamente l'accusa di aver sbagliato diagnosi provocando la morte di Maria Teresa. La giovane donna, infatti, incinta al sesto mese, come accertato dall'autopsia sarebbe stata uccisa da un'infezione provocata dal feto morto. Secondo le accuse della famiglia i medici di Corato non si sarebbero accorti della morte del bambino, scambiando le contrazioni uterine avvertite dalla donna al momento del ricovero con delle coliche renali.

I medici però respingono le accuse anche se resta da capire come mai  chiesero il trasferimento d'urgenza della donna al Miulli di Acquaviva, anziché al più vicino ospedale Di Venere di Bari, e se una diagnosi più rapida della morte del feto sarebbe stata utile a salvare la vita della paziente. Intanto la salma di Maria Teresa non è ancora stata restituita alla famiglia, probabilmente per permettere anche ai periti di parte di effettuare i rilievi necessari.

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