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Cronaca

La città ricorda Michele Fazio, il sindaco: "Alcune storie non sono vane"

Ieri pomeriggio la cerimonia di commemorazione del decimo anniversario del ragazzo ucciso per sbaglio in un agguato mafioso. Il sindaco: "Non è una commemorazione formale, è una giornata che è rimasta nella nostra testa"

Sono passati dieci anni dal 12 luglio 2001, ma la vicenda di Michele Fazio è ancora ben viva nella memoria dei baresi. I cittadini e le istituzioni hanno voluto ricordare ieri la storia del 16enne ucciso "per sbaglio" da un commando di fuoco del clan Capriati con un corteo nella città vecchia che ha preso il via da largo Amendoni, luogo in cui Michele fu ucciso.

Presenti alla cerimonia i genitori di Michele Fazio, il sindaco Michele Emiliano, il capo della Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato Francesco Gratteri, il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri Aldo Iacobelli, il questore Domenico Pinzello, il procuratore della Repubblica Antonio Laudati, il prefetto vicario Antonella Bellomo, l'assessore al Diritto allo studio Alba Sasso, il rettore dell'Università Aldo Moro Corrado Petrocelli, ilm parroco della Cattedrale don Franco Lanzolla, l'assessore provinciale all'Innovazione Sergio Fanelli, il sindaco di Pedaso Guido Monaldi e la referente per la Puglia di Libera Memoria Daniela Marcone.

"È una giornata che è rimasta nella nostra testa - ha detto il sindaco ricordando la morte di Michele - non è una commemorazione formale e non fa parte di quei riti esauriti. Alcune storie non sono vane: è ciò che i signori Fazio ci hanno sempre suggerito attraverso atti concreti. Ci hanno insegnato, a partire da questo evento, come il dolore abbia un senso e un significato". Una storia che, secondo il sindaco, ha avuto il potere di cambiare il corso delle cose, anche grazie all'impegno concreto dei genitori di Michele, che con determinazione hanno lottato affinché la storia di Michele non fosse dimenticata per non dimenticare che ciascun cittadino può e deve impegnarsi in prima persona per combattere la criminalità.

"Pinuccio e Lella - ha continuato il sindaco - ci hanno insegnato che farsi i fatti propri è l'unico modo per morire, farsi i fatti propri e non reagire di fronte a situazioni come quelle, è l'unico modo per far degradare totalmente il luogo nel quale si vive e che si ama profondamente, fino al punto da renderlo irriconoscibile".

La cerimonia si è conclusa con l'intitolazione al giovane Michele dei campi di calcetto sul lungomare Imperatore Augusto. "Questi campetti devono diventare un memento, una memoria - ha concluso il sindaco - Questo è un piccolo impegno che io oggi prendo davanti a voi. Non sarà facile perché ci sono molti anni di cattive abitudini ma noi, poco alla volta, avremo la meglio sulle nostre cattive abitudini, sulle nostre pigrizie, sulle nostre indifferenze. Se non facessimo questo, noi oggi non staremmo facendo qualcosa di vero".

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