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'#alpostogiusto' in bus, gli studenti baresi incontrano i migranti africani

Prima giornata dell'iniziativa patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Anci e Comune di Bari, in programma fino a venerdì, nel segno di Rosa Parks. Le ragazze e i ragazzi del 'Romanazzi' hanno ascoltato le storie di due giovani ospiti del Cara, Samba e Abubakar

"E' un momento simbolico ma anche di incontro con chi crediamo diverso e spesso provoca inutili pregiudizi purtroppo ancora frequenti nella nostra società. lavorare con i ragazzi e raccontarsi quanto è difficile vivere in una città lontana. L'autobus luogo di conoscenze e condivisione". L'assessore cittadino al Welfare, Francesca Bottalico, ha aperto ufficialmente '#alpostogiusto', la tre giorni (fino a venerdì) organizzata dal Comune che vuole ricordare lo storico gesto di Rosa Parks, giovane sarta afroamericana che esattamente 60 anni fa a Montgomery, In Alabama (Usa), venne arrestata per essersi rifiutata di alzarsi da uno dei posti dedicati ai bianchi su un autobus della propria città. Un atto coraggioso e importante per la storia dei diritti civili negli States.

L'iniziativa, proposta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dall'Anci, organizzata in collaborazione con il Comune e l'associazione Mama Africa vedrà protagonisti alcuni ragazzi africani del Cara che, a bordo di un autobus dell'Amtab incontreranno gli studenti dell'Istituto tecnico economico e Liceo Linguistico 'Romanazzi' per un piccolo viaggio in cui scambiarsi storie ed esperienze come quelle di Abubakar, 31enne del Senegal e Samba, 20enne originario del Gambia, rispettivamente da oltre un anno e più di sei mesi in Italia.

Tante le domande dei ragazzi, desiderosi di conoscere sogni, progetti e aspettative dei giovani africani: "Il razzismo e le intolleranze - dice Samba, grande appassionato di musica - può essere combattuto rendendoci conto che siamo tutti esseri umani. Il sangue che trascorre nelle vene degli altri, è anche quello nostro. La situazione in Gambia è difficile e molta gente scappa a causa del governo e delle ingiustizie. Qui a Bari mi trovo bene e sto studiando per diventare elettricista e vorrei imparare la lingua". Abubakar invece ha raccontato la sua difficile storia: Sono fuggito dal mio patrigno che non voleva permettermi di studiare e lavorare. Non mi importava rischiare la vita con una pericolosa traversata in mare ma dovevo andare via. Vorrei lavorare come meccanico, imparando un mestiere". Un confronto che ha arricchito i partecipanti, dal quale emerge la maturità dei giovani migranti, ma anche degli studenti baresi: "Per noi non ci sono differenze - racconta un'allieva del 'Romanazzi' - Tante persone purtroppo non lo sanno e c'è molta ignoranza. Di conseguenza c'è un gregge che alla fine si esprime sempre in una stessa maniera negativa".

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