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Cronaca Modugno

L'ex cementeria come la Fibronit, "Nessuna tutela per i cittadini"

La vicenda della mancata bonifica dell'ex stabilimento di Modugno al centro di un incontro organizzato dall'associazione Italia Giusta. Il presidente Nicola Magrone: "Quell'area è una polveriera ecologica"

Un'area di circa 65.000 metri quadri, una vera e propria "polveriera ecologica", in cui sono attualmente in corso lavori di demolizione senza che "siano state adottate cautele per la ricaduta delle polveri e la loro diffusione attorno per chilometri". A lanciare l'allarme sull'ex cementeria di Modugno e sui pericoli che essa rappresenta per la salute dei cittadini a causa dell'elevata presenza di amianto nell'area è, ancora una volta, il movimento 'Italia Giusta secondo Costituzione' guidato dal magistrato Nicola Magrone.

Nel corso di un incontro organizzato a Modugno in collaborazione con la rivista SudCritica.it, l'associazione è tornata a parlare dei rischi connessi alla mancata bonifica dell'area, attaccando il Comune: "L'amministrazione comunale di Modugno - ha sottolineato Nicola Magrone - per un verso, nega che l'amianto nell'ex cementeria costituisca un pericolo e, per un altro verso, nel 'Documento di rigenerazione urbana' col quale ha ottenuto finanziamenti europei per circa tre milioni di euro dalla Regione Puglia definisce l'area una "polveriera ecologica".

Presente anche Nicola Brescia, presidente del comitato cittadino Fibronit, promotore delle numerose battaglie che - dopo anni - hanno portato alla definitiva messa in sicurezza dell'area dell'ex stabilimento per la produzione di eternit che sorge proprio al centro dei tre quartieri baresi San Pasquale, Japigia e Madonnella.

"La vicenda della ex cementeria di Modugno è come quella della Fibronit di Bari, - ha ricordato Brescia - un luogo pericoloso per il quale da una parte ci sono i cittadini che chiedono tutele e dall'altra amministrazioni, di qualunque colore siano, che latitano". Un'altra analogia tra la vicenda Fibronit e quella della ex cementeria di Modugno Brescia l'ha rilevata nel desiderio "delle proprietà" di edificare in quelle aree, a maggior ragione se cospicue come è la Fibronit (100.000 metri quadrati) e come l'impianto di cemento-amianto di Modugno (65.000 metri quadrati). "Scavare in quelle aree - ha detto Brescia - diventa pericolosissimo, sempre per la diffusione delle polveri, al punto che a Bari si è finalmente deciso di 'tombare' tutto l'amianto e realizzare nell'area un parco".

Anche nel caso di Modugno il movimento Italia Giusta spinge per la realizzazione di un parco pubbblico, mentre invece nell'area dell'ex cementeria esisterebbe già un progetto per la realizzazione di oltre 2.000 appartamenti di edilizia popolare, nonostante l'esistenza di uno studio del Politecnico di Milano, che ipotizza nell'area l'inquinamento della falda acquifera, e una sentenza del Consiglio di Stato, secondo la quale non può essere modificato il piano regolatore che destina l'area a verde pubblico.

Inoltre  per il movimento guidato da Nicola Magrone anche a Modugno l'amianto ha già prodotto vittime: esiste - secondo Italia Giusta - un "legame epidemiologicamente verificato da esperti" tra l'inquinamento da amianto "e le numerose manifestazioni tra i cittadini modugnesi delle patologie e delle morti ad esso correlabili".

A proposito della gestione dell'"affaire ex cementeria", il movimento 'Italia Giusta' ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica confluita in una megaindagine in corso a Bari sull'amministrazione comunale di Modugno per appalti in edilizia: sono indagati per associazione per delinquere il sindaco Pd, Domenico Gatti, e numerosi consiglieri comunali del suo partito, compreso il presidente del consiglio comunale ed esponenti ex Udc.
 

 

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