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Cronaca

Alla guida ubriaco e contromano, uccise giovane travolgendo la sua auto: condannato a tre anni e 8 mesi

La sentenza a carico di Giovanni Palumbo per l'omicidio colposo del 23enne Davide D'Accolti: nel febbraio 2016 l'incidente stradale sulla statale 16 in cui il ragazzo perse la vita

E' stato condannato alla pena di tre anni e otto mesi di reclusione Giovanni Palumbo, 33enne di Noicattaro, a processo per la morte di Davide D'Accolti, il 23enne rimasto ucciso nel 2016 in un incidente stradale avvenuto sulla statale 16, all'altezza di Torre a Mare.

Lo schianto sulla statale 16

Palumbo, secondo quanto accertato dalle perizie, guidando sotto l'effetto di droga e alcool, percorse un tratto di circa 20 chilometri contromano, fino a schiantarsi contro l'auto della vittima. Davide, musicista e studente di Ingegneria, stava facendo ritorno a casa. L'impatto non gli lasciò scampo, mentre Palumbo riportò gravi ferite ed è rimasto invalido al 70%. L'accusa aveva chiesto per lui il massimo della pena: 5 anni e 8 mesi, vista la scelta del rito abbreviato. Palumbo è stato condannato per omicidio colposo aggravato aggravato dalla violazione delle norme del Codice della strada e dall'uso di alcol e droghe.

L'amarezza dei familiari

Il legale di parte civile ha preannunciato appello. In un post su Facebook, il padre di Davide, Gianni D'Accolti, ha espresso la sua amarezza per una sentenza che "dice ai tanti Palumbo, cosa gli aspetta se lucidamente decidono di mettersi in macchina drogarsi, ubriacarsi ed uccidere il primo che gli capiti, malgrado tanti gli hanno segnalato con i fari che stava correndo a 160 chilometri circa e contromano". "Intanto - annuncia ancora D'Accolti - ora posso riprendere la questione con questo stato, mi devono togliere la cittadinanza". La Fondazione Ciao Vinny onlus, ammessa come parte civile nel processo, ha annunciato l'intenzione di procedere con il ricorso attraverso il suo difensore, l'avvocato Pierfrancesco Clemente: "Sull'aspetto giuridico non possiamo dire nulla, perché il fatto è avvenuto prima dell'introduzione dell'omicidio stradale. Tuttavia come Fondazione riteniamo che la legge sull'omicidio stradale presenti dei buchi che speriamo vengano colmati. Ci siamo costituiti parte civile per stare vicini alle vittime - commenta Lorenzo Moretti, vice-presidente di Ciao Vinny Onlus -. Spesso accade che le famiglie delle vittime si ritrovino da sole ad affrontare un processo. Questo è quello che è successo a Gianni, papà di Davide. Non solo ha perso il figlio ma vede anche uno Stato che non rende giustizia al suo nome. Con il nostro lavoro vogliamo essere al suo fianco e quello della sua famiglia fino all'ultimo atto di questo doloroso e brutto percorso, ma anche dopo. Ed eventualmente, in caso di un risarcimento riconosciuto alla nostra Fondazione, attivare nuove iniziative per l'educazione stradale".

In foto: la vittima, Davide D'Accolti (Fonte Fb)


 

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