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Cronaca Picone / Viale Louis Pasteur.

Sparatoria fuori dalla discoteca, fermato presunto responsabile dell'omicidio Di Terlizzi

Si tratta di Cosimo Magaletti, 27 anni. La notte del 10 aprile 2011 Giuseppe Di Terlizzi fu colpito per errore da un proiettile durante uno scontro a fuoco tra due gruppi di giovani affiliati ad un clan locale, che si affrontarono dopo una lite

La lite per un apprezzamento di troppo nei confronti di una ragazza, cominciata su Facebook qualche giorno prima e ripresa in discoteca. Due gruppi di giovani, appartenenti allo stesso clan, che si fronteggiano fuori dal locale. E poi, la discussione che degenera, le pistolettate, e un proiettile vagante che colpisce alla testa, ferendolo a morte, un ragazzo che in quel momento si trova lì, forse per la prima volta in quella discoteca, e che con quei giovani affiliati alla criminalità locale non ha nulla a che fare.

LE INDAGINI E IL "MURO DELL'OMERTA'" - Dopo più di tre anni di indagini, gli investigatori della Squadra Mobile di Bari sono riusciti a ricostruire il contesto dell'omicidio di Giuseppe Di Terlizzi, il giovane di 30 anni ucciso la notte del dieci aprile 2011 fuori dalla discoteca H25, in viale Pasteur. Un'attività investigativa che, sottolinea in conferenza stampa il capo della Squadra Mobile di Bari, Luigi Rinella, ha dovuto fare i conti con "il muro di omertà" di chi - anche tra gli amici della vittima - pur trovandosi nel locale quella sera, ha rifiutato di collaborare. Solo il lavoro degli investigatori, portato avanti in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Bari, e i successivi riscontri forniti dalle testimonianze di due collaboratori di giustizia, hanno permesso di far luce sull'accaduto, arrivando al fermo, poi convalidato e seguito da ordinanza di custodia cautelare, del presunto responsabile dell'omicidio di Di Terlizzi.

LA SPARATORIA - Quella sera, nella discoteca di viale Pasteur, si trovano due gruppi di giovani affiliati alla criminalità locale. Si tratta di due fazioni del clan Strisciuglio, una di Carbonara, l'altra del Libertà. Alleati, appunto, ma durante la serata salta nuovamente fuori la discussione per un apprezzamento non gradito ad una donna di uno dei due gruppi. La lite prosegue fuori dal locale. I giovani dei due gruppi escono dalla discoteca, spuntano le pistole. Uno dei ragazzi che è con il gruppo degli "Strisciuglio del Libertà", tira fuori un revolver e lo punta alla testa di uno dei "carbonaresi", Nicola Marinelli, 22 anni, nipote di Giuseppe Balletta, considerato il reggente degli Strisciuglio a Carbonara. La pistola però si inceppa. Ma anche il gruppo di Carbonara è armato, e reagisce: qualcuno tira fuori una pistola e spara, ma c'è la sicura. A quel punto la situazione degenera ulteriormente. Nel gruppo dei carbonaresi c'è Cosimo Magaletti, classe '87. E' lui il giovane fermato dalla polizia nella notte tra venerdì e sabato, con l'accusa di essere il responsabile dell'uccisione di Giuseppe Di Terlizzi. Magaletti non è ancora ufficialmente affiliato agli Strisciuglio, e forse questo lo spinge ancora di più ad agire per mettersi in luce e 'guadagnarsi' il suo ruolo nel clan: si impossessa della pistola, toglie la sicura e comincia a sparare. Esplode sette colpi. Uno di quei proiettili vaganti colpisce alla testa Di Terlizzi, che in quel momento si trova anche lui all'esterno del locale. Una tragica casualità. Giuseppe, incensurato, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era totalmente estraneo alla discussione e all'ambiente criminale in cui era maturato lo scontro a fuoco. 

LE TESTIMONIANZE DEI COLLABORATORI E L'ARSENALE SEQUESTRATO - Il quadro ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile è stato in seguito rafforzato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, le cui testimonianze hanno permesso anche di scoprire e sequestrare un arsenale riconducibile al clan Strisciuglio. Armi e munizioni, nascoste nell'abitazione di un'insospettabile coppia di coniugi al quartiere Carbonara. Il ritrovamento, ha sottolineato il Questore di Bari, Antonio De Iesu, rappresenta un ottimo riscontro alle dichiarazioni di chi sta collaborando. La scientifica - ha proseguito De Iesu - ha rilevato le impronte, le armi saranno oggetto di comparazione balistica per verificare se siano già state utilizzate in precedenza".

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