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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Carbonara

Omicidio Mizzi a Carbonara, la Procura chiede l'ergastolo per i due presunti killer

Giuseppe Mizzi fu ucciso la sera del 16 marzo 2011 per un tragico scambio di persona in un agguato mafioso. I familiari della vittima hanno chiesto un risarcimento di 3,8 milioni di euro

Ergastolo per i due presunti killer di Giuseppe Mizzi, il 39enne di Carbonara ucciso la sera del 16 marzo 2011 per un tragico scambio di persona in un agguato mafioso. E' questa la richiesta avanzata oggi dal pm della Procura di Bari, Federico Perrone Capano, nell'ambito del processo con rito abbreviato che vede imputati il 34enne Emanuele Fiorentino e il 33enne Edoardo Bove, accusati di omicidio volontario premeditato con l'aggravante di aver favorito un'associazione mafiosa.

I familiari della vittima (moglie e due figli minorenni, madre, padre e tre fratelli), parti civili nel processo, hanno chiesto un risarcimento di 3,8 milioni di euro. "Vogliamo giustizia a tutti i costi - ha detto il fratello della vittima, Angelo Mizzi, a margine dell'udienza - lotteremo perché Giuseppe diventi vittima di mafia. Siamo fiduciosi e speriamo in una giusta condanna. Abbiamo scelto di non restare in silenzio, ma di trasformare il dolore in memoria perché quello che è successo a mio fratello non accada più". Parte civile del processo è anche il Comune di Bari che ha quantificato in 1,5 milioni di euro il risarcimento danni.

Il processo proseguirà il 15 maggio prossimo con le arringhe dei difensori. Tra gli elementi a carico degli imputati, arrestati dai carabinieri nel febbraio 2012, la cella telefonica a cui si è agganciato il telefonino di Bove la sera dell'omicidio, lo stub a cui fu sottoposto Fiorentino poche ore dopo l'agguato e le immagini delle telecamere dell'impianto di videosorveglianza sistemate all'esterno dell'abitazione di Fiorentino, che lo immortalano insieme a Bove. Mizzi, secondo l'accusa, fu ucciso per un tragico scambio di persona, colpito da 6 proiettili. I sicari, ipotizzano gli inquirenti, avrebbero dovuto vendicare il ferimento del pregiudicato Antonio Battista, cognato del boss Di Cosola, avvenuto il giorno precedente sempre a Carbonara.

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