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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Lorusso, pena ridotta in Appello per il boss Campanale. Assolto il secondo imputato

Il capoclan era stato condannato all'ergastolo in primo grado per i fatti di sangue avvenuti nel 2015. L'omicidio sarebbe stato compiuto per vendicare l'uccisione del padre di Campanale

Passa a 30 anni di reclusione in Appello la pena inflitta al pregiudicato barese Leonardo Campanale, imputato per l'omicidio premeditato aggravato dal metodo mafioso del 58enne Nicola Lorusso. La Corte di Assise ha così cambiato la decisione dei giudici di primo grado, che avevano inflitto l'ergastolo al 49enne per i reati commessi l'11 gennaio del 2015. Il 31enne Gianfranco Caputi, anch'egli condannato in primo grado perché accusato di essere alla guida dell'auto con a bordo il killer, è stato assolto "per non aver commesso il fatto" ed è stata disposta l'immediata scarcerazione.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Leonardo Campanale, boss dell’omonimo clan del quartiere San Girolamo di Bari, avrebbe ucciso Nicola Lorusso, della famiglia mafiosa rivale, per vendicare la morte del padre, Felice Campanale, che era stato ammazzato nell’agosto 2012 su ordine di Umberto Lorusso, figlio di Nicola. L’11 gennaio 2015, dopo decine di tentati omicidi, agguati e sparatorie nelle strade del rione a nord di Bari, arrivò la risposta a quel delitto, con l’assassinio di Nicola Lorusso, colpito da 11 colpi di kalashnikov mentre era in compagnia della moglie. L'episodio è avvenuto alle 9.30 di una domenica mattina vicino la pineta di San Francesco e alla presenza di numerose donne e bambini. Per gli inquirenti della Dda fu una vera e propria esecuzione, firmata con una corona di bossoli attorno al corpo della vittima.

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