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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Netturbino dell'Amiu ucciso nel parcheggio aziendale, arriva la sentenza del processo: tre condanne a 30 anni di carcere

Le condanne a 30 anni riguardano Vincenza Mariani, imprenditrice di Cassano Murge ed ex amante di Amedeo che avrebbe ordinato la morte di Amedeo poiché l'aveva lasciata, il genero di Mariani, Giuseppe Baccellieri, ritenuto esecutore materiale del delitto, e Massimo Margheriti ex dipendente del salottificio di proprietà di Mariani

Il gup del Tribunale di Bari ha condannato a 30 anni di reclusione i tre presunti assassini, tra cui l’ex amante della vittima, del 51enne Michele Amedeo, netturbino dell’Amiu, ucciso nel parcheggio dell’azienda nella zona industriale di Bari la sera del 25 aprile 2017. La sentenza, al termine del rito abbreviato ed emessa dal giudice Marco Galesi, vede anche una quarta condanna 14 anni e 8 mesi nei riguardi del collaboratore di giustizia Michele Costantino.

Le condanne a 30 anni riguardano Vincenza Mariani, imprenditrice di Cassano Murge ed ex amante di Amedeo che avrebbe, in base alle ipotesi accusatorie, ordinato la morte di Amedeo poiché l'aveva lasciata, il genero di Mariani, Giuseppe Baccellieri, ritenuto esecutore materiale del delitto, e Massimo Margheriti ex dipendente del salottificio di proprietà di Mariani, il quale sarebbe stato alla guida dell’auto con a bordo il killer.  Costantino, anche lui pregiudicato, ha confessato durante le indagini di aver collaborato al delitto fornendo ai sicari un’auto rubata e l’arma. Il gup ha condannato gli imputati anche al risarcimento danni nei confronti dei familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Luca Italiano e Fabio Alberto Russo, con provvisionali immediatamente esecutive tra i 15mila e i 10mila euro.

A commentare la sentenza è il difensore di Giuseppe Bacellieri, l'avvocato Michele Sodrio: "Si tratta a nostro parere di una sentenza assolutamente sbagliata che non fa giustizia ma che sembra un gesto di vendetta. Siamo stati gli unici come difesa a produrre una consulenza balistico ricostruttiva che crediamo abbia dimostrato che i colpi sparati dal Baccellieri erano diretti verso il basso, cioè verso le gambe della vittima e quindi non per uccidere. Il pubblico ministero D'Agostino aveva chiesto addirittura l'ergastolo come pena finale pur essendo noi in un giudizio abbreviato. Visto il clima che si è respirato fin dal primo momento credo che avere scampato l'ergastolo sia quasi un miracolo. Vedremo se giudici di appello saranno più obiettivi e sereni", conclude il legale.

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