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Cronaca Bitritto

Uccise l'ex fidanzata e simulò il suicidio, condannato a 30 anni

Emessa la sentenza per il 44enne Francesco Alfonzetti, accusato dell'omicidio della 25enne Eleonora Salomi, trovata senza vita nel gennaio del 2004 nelle campagne di Bitritto. L'uomo era già stato condannato per aver ucciso la madre della ragazza

Uccise l'ex fidanzata con un colpo di pistola alla tempia, e subito dopo cercò di depistare le indagini simulandone il suicidio. Con questa accusa il gup del Tribunale di Bari, Gianluca Anglana, ha condannato alla pena di 30 anni di carcere il 44enne Francesco Alfonzetti, originario di Francavilla Fontana.

L'OMICIDIO E IL DEPISTAGGIO - L'uomo è accusato è ritenuto il responsabile dell'uccisione della 25enne Bitritto: non fu suicidio, arrestato dopo sette anni l'assassino di una 25enne
Eleonora Salomi, ritrovata morta nelle campagne di Bitritto il 17 gennaio del 2004, riversa
Bitritto: non fu suicidio, arrestato dopo sette anni l'assassino di una 25enne
sul sedile guidatore della sua BMW 318 con un colpo di pistola alla tempia destra. A dare l'allarme e a permettere il ritrovamento del corpo, fu lo stesso 44enne, che venne trovato seminudo accanto al cadavere della giovane. Ai carabinieri, Alfonzetti raccontò di non essere riuscito a fermare in tempo la ragazza che aveva deciso di suicidarsi. 

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Bitritto: non fu suicidio, arrestato dopo sette anni l'assassino di una 25enne
Nell'auto, inoltre, furono ritrovati dei bigliettini manoscritti in cui la 25enne sembrava assumersi tutte le responsabilità dell'omicidio della madre, Elisabeth Lansmann, ritrovata cadavere, nuda e con il volto sfigurato, tre anni prima, nel novembre del 2001, a Garmisch, in Germania. Si pensò quindi che la ragazza si fosse suicidata a causa dei forti sensi di copla per l'uccisione della madre.

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LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI - Per quell'omicidio, però, nel 2007 lo stesso Alfonzetti fu condannato all'ergastolo  da parte della Corte di Assise di Brindisi, sentenza poi confermata dalla Corte d'Appello di Lecce, il 25 giugno del 2009. La colpevolezza di Alfonzetti, insieme ad altri aspetti poco convincenti della sua testimonianza sul suicidio della ragazza, aveva indotto gli investigatori a riaprire le indagini sul caso Salomi. Nel corso delle nuove indagini, è stata la stessa famiglia dell'indagato, sposato e con un figlio, a fornire i dettagli più importanti a riprova della sua colpevolezza. In particolare il figlio ha raccontato di aver ricevuto in consegna dal padre, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, i suoi due cellulari, con l'ordine di rispondere ad alcune telefonate e di mandare di tanto in tanto degli sms. Una strategia grazie alla quale Alfonzetti avrebbe costruito il suo alibi, dimostrando di aver trascorso a casa la notte precedente alla morte di Eleonora.

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Bitritto: non fu suicidio, arrestato dopo sette anni l'assassino di una 25enne
Le nuove prove raccolte dagli investigatori hanno permesso di accertare le responsabilità di Alfonzetti
, portando all'arresto e al processo che si è chiuso oggi con la condanna a 30 anni.

Parte civile nel processo il padre della giovane vittima, che ha ottenuto il risarcimento del danno da quantificarsi in un procedimento civile, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 250mila euro.

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