Parco Perotti in preda al degrado: rifiuti, giostrine vandalizzate e prostituzione in pieno giorno
Ecco come si presenta l'area verde sorta sulle ceneri di Punta Perotti e frequentata ogni giorno da sportivi e famiglie con cani
Sarebbe dovuto essere il simbolo della rinascita e della legalità, dopo l'abbattimento dell'enorme 'torre' di Punta Perotti che deturpava il paesaggio circostante. Oggi invece la torre non c'è più, ma le 'brutture' in parte rimangono. Dalla spazzatura abbandonata ai graffiti, persino forme di prostituzione in pieno giorno, parco Perotti è ben lontana dall'essere un 'Parco della legalità', come nel 2008 l'allora sindaco di Bari Michele Emiliano lo ribattezzò.
I problemi dell'area verde
Basta fare un giro in zona per accorgersene. Già all'interno del grande giardino è il vandalismo a fare da padrone: tra i fili d'erba spuntano piattini e bicchieri di plastica (forse residui di una festa di compleanno all'aperto), cartacce, bottiglie di vetro, pacchetti di sigarette abbandonate, persino una busta della spazzatura riempita e lasciata lì a deturpare il paesaggio. E sembra quasi uno scherzo, visto che il cestino della spazzatura è poco distante.
Non solo rifiuti però, il vandalismo qui si esprime anche in altre forme: dalle giostrine distrutte - alcune già recintate dalla Multiservizi per essere riparate - ai graffiti sui piloni, il pavimento e sulle panchine delle strutture coperte, è facile notare come ci vuole poco a rovinare una gran bell'opera. I 'writer', poi, non hanno risparmiato neanche i giochi dei bambini, dove spesso troviamo alcune scritte fatte con la bomboletta spray. Non se la passa poi meglio il campetto da basket nelle vicinanze, dove il pavimento è usurato in diversi punti - mettendo a rischio di infortunio i giocatori - e il canestro ha la rete che sta per distaccarsi del tutto.
Il verde 'invade' le targhe commemorative
Anche la manutenzione del verde pubblico alle volte crea scenari poco piacevoli. In alcuni punti, infatti, gli alberi non sono stati potati e con le foglie coprono le targhe commemorative delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo del 2005, quando un aereo Atr 72 diretto in Tunisa ammarò per mancanza di benzina al largo di Palermo, uccidendo 16 passeggeri.
Nel parco è conservata anche una stele con i nomi delle vittime - fortunatamente ancora intatta -, che probabilmente non viene visitata da diverso tempo dalle istituzioni: la corona di fiori è ormai appassita e ha assunto un colore marroncino, che ben poco a che fare con la sacralità del monumento.
L'area attorno: discariche, prostituzione e arredi urbani distrutti
Va molto peggio però una volta che ci si incammina per l'area che circonda il parco, a pochi metri dall'ingresso della stazione 'Bari porta sud'. Nel vialone dove le macchine parcheggiano sembra un enorme discarica: i rifiuti - tra cui molte bottiglie di vetro abbandonate - sono abbandonati sull'asfalto, vicino ai cestini e tra le sterpaglie ai lati della strada. C'è anche una fermata dei bus Amtab, ma è impossibile sapere che linea passa da qui: la palina informativa è stata rimossa chissà quanto tempo fa. Qui se ci si incammina lungo il tratturo ci si trova davanti ad un vero spaccio: divani, materassi e altro mobilio abbandonati da chissà chi.
Se poi ci si incammina verso la stazione si viene accompagnati da un muro riempito completamente da graffiti colorati. Poi, seduta all'ombra per evitare il calore di mezzogiorno, troviamo anche una prostituta di origini africane in attesa di clienti poco distante dal sottopasso di accesso alla banchina dei treni, noncurante della presenza a pochi metri di bambini che giocano a pallone. Insomma, tanti problemi, "e neanche una pattuglia di polizia municipale per fermare il fenomeno" nota sconsolato un runner di passaggio.