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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Esami da avvocato truccati, la sentenza: undici persone condannate

Inflitte, dal gup di Bari, pene comprese tra i 3 anni e i 6 mesi e i 4 mesi di reclusione. In tutto erano sedici gli imputati nel processo

Undici persone sono state condannate a pene comprese fra i 3 anni e i 6 mesi e i 4 mesi di reclusione dal gup del Tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, poiché accusati, a vario titolo, di aver 'truccato' le prove scritte dell'esame da avvocato svoltesi a Bari a dicembre del 2014. Due anni e otto mesi di reclusione per l'ex funzionaria dell'Università di Bari, Tina Laquale mentre per sua figlia, Innocenza Losito, funzionaria dell'Adisu, una pena di 3 anni e sei mesi più risarcimento danni nei confronti della stessa agenzia.

Secondo i Carabinieri e le indagini coordinate dal pm Luciana Silvestris, le due avrebbero gestito oil gruppo di lavoro dai cui sarebbero partiti gli svolgimenti dele tracce per alcuni candidati coinvolti nella truffa. Condannato a 1 anno di reclusione il funzionario della Corte d'Appello e segretario aggiunto della Commissione d'esame, Giacomo Santamaria, e Antonella Greco, ritenuta componente del gruppo di lavoro coordinato da Laquale. Per sei imputati, aspiranti avvocati, condanne tra i 6 e i 4 mesi di reclusione. Per una di loro, invece, che aveva superato l'esame, la cancellazione dall'abilitazione. Tra i reati riconosciuti dal gup, a vario titolo, falsa attribuzione di un lavoro altrui, falso ideologico, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Assolti "per non aver commesso il fatto" un altro aspirante avvocato e Maria Losito, altra figlia di Tina Laquale: la donna, difesa dall'avvocato Attilio Triggiani, era accusata di aver aiutato la madre e la sorella ad alterare le prove. La posizione di altri due imputati è stata invece stralciata: si tratta di una candidata e di sua madre, che hanno ottenuto la messa alla prova. Prosciolto "perché il fatto non costituisce reato" Angelo Lapolla, l'autista che, per la Procura, avrebbe accompagnato Laquale nei padiglioni della Fiera del Levante di Bari dove erano in corso le prove permettendole di consegnare le risposte delle tracce.

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