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Cronaca Murat / Piazza Umberto I

Protesta all'Università di Bari, tagli degli stipendi fino al 40% al personale di portineria: "Assurdo, dopo 25 anni di lavoro"

In corso un sit-in fino alle 13 indetto dai sindacati. Al centro della manifestazione, il nuovo bando per il rinnovo del servizio di portierato delle sedi di Bari e Taranto

Un sit-in di 4 ore davanti all'ingresso dell'Ateneo, per protestare contro il bando per il rinnovo dei servizi di portineria dell'Università degli studi 'Aldo Moro' di Bari. Avviso che rischia di provocare un forte danno economico al personale attualmente impiegato, che il nuovo affidatario è obbligato a riutilizzare. Non essendoci però state comunicazioni su come questa assimilazione avverrà, è stata organizzata in mattinata la manifestazione dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Cisl e Uil: muniti di bandiere e striscioni di protesta i partecipanti hanno richiesto maggiori tutele e rassicurazioni professionali dall'ente universitario.

"Retribuzioni diminuite del 30-40%"

Al centro dello scontro, quindi, le mancanze riscontrate nel bando per la ricerca del personale di portineria nei plessi universitari di Bari e Taranto. "Bando che non si allinea al contratto nazionale del lavoro per il personale 'Multiservizi' - spiega Barbara Neglia, segretario generale della Filcams Cgil Puglia - prevedendo di fatto una riduzione del 30-40 per cento dello stipendio per gli assunti". A questo si aggiunge poi la poca chiarezza contrattuale relative al mansionamento: "Non è chiaro quali attività andranno a svolgere esattamente i profili ricercati dall'avviso pubblico. Un bando così va annullato" conclude Neglia.

Critiche rimarcate anche dai manifestanti: all'ingresso dell'Ateneo sono stati appesi diversi cartelli di protesta. "25 anni di lavoro possono valere il 30 per cento del nostro stipendio?" si legge su uno di questi.

Il ricorso sul bando

Bando di cui aveva chiesto l'annullamento anche la società Gsa – Gruppo Servizi Associati s.p.a, che attualmente gestisce il servizio di portierato nell'Ateneo, ritenendo che l'avviso di rinnovo dell'affidamento "precludesse la sua partecipazione, in ogni caso, non consentisse la formulazione di un’offerta plausibile", come dichiarato nel ricorso presentato al Tar della Puglia-

Ricorso respinto successivamente dai giudici amministrativisti, perché "non v’è un apprezzabile interesse attuale a ricorrere avverso il bando di indizione della procedura di evidenza pubblica - si legge nella sentenza - non rinvenendosi clausole preclusive alla formulazione delle offerte, che dovranno essere peraltro coerenti sia con le attuali esigenze di servizio dell’Università degli Studi di Bari, sia con la normativa applicabile in materia di osservanza dei contratti collettivi negli appalti pubblici".

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