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Sabato, 20 Aprile 2024

"Ci sentiamo italiani. Vogliamo diventare ballerino e stilista": i due filippini naturalizzati si raccontano

Angela e Jonas sono intervenuti questa mattina nella sede della Cgil di Japigia. Nel video spiegano il loro attaccamento all'Italia e i loro sogni

"Mi sento italiana, anche se ho origini filippine. Questo perché sono nata qui e tutti i miei migliori amici sono italiani". Angela, uno dei due ventenni filippini a cui ieri il Tribunale di Bari ha riconosciuto la cittadinanza italiana nonostante i genitori non avessero il permesso di soggiorno, racconta le sue sensazioni dopo la storica sentenza davanti alla platea di giornalisti intervenuti questa mattina nella sede della Cgil Bari. E nel video - fornito dal sindacato - svela i suoi sogni: "Frequento l'Accademia delle Belle Arti, ma in futuro mi piacerebbe diventare una stilista". 

Durante l'incontro nella sede di Japigia, a cui è intervenuta la segreteria generale della Cgil Bari Gigia Bucci, anche Jonas, il secondo ragazzo naturalizzato italiano, ha svelato qualche particolare di sé: "Al momento lavoro in un ristorante che serve sushi, ma ho una passione per la danza hip hop. Ho ballato per nove anni, vincendo anche diversi concorsi". Sogno che per il momento ha accantonato, "perché - racconta - ora devo pensare al lavoro e a portare uno stipendio a casa". Anche lui assicura di essere molto legato all'Italia: "La maggior parte dei miei amici sono italiani e comunque ormai parlo meglio l'italiano, che il filippino", scherza. 

La storica sentenza arriva dopo anni di battaglie con a fianco la Cgil, che ha anche assistito i due ragazzi, quando ancora non erano maggiorenni, nell'ottenere il permesso di soggiorno. "Al raggiungimento dei 18 anni - hanno spiegato dal sindacato - abbiamo suggerito ad Angela, che era nata a Modugno, di rivolgersi al Comune per espletare le pratiche per l'ottenimento della cittadinanza".

"Si tratta di un grande risultato - ha concluso Gigia Bucci -, perché rispetto alle norme in materia del riconoscimento di cittadinanza la senenza prova a fare qualcosa di innovativo. Questo perché i due ragazzi non potevano dimostrare una presenza effettiva sul territorio fino al 18esimo anno di età, visto che i genitori al tempo erano ancora migranti irregolari. Elemento restrittivo superato dalla sentenza del Tribunale." 

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