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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Straccia, l'autopsia: acqua nei polmoni, forse morto per annegamento

Secondo quanto si è appreso l'autopsia effettuata ieri avrebbe rilevato la presenza di acqua nei polmoni, anche se questo dato da solo non basta ad accertare la morte per annegamento. Certa invece l'assenza di segni di violenza

Roberto sarebbe caduto in acqua mentre era ancora vivo, e sarebbe poi morto per annegamento. E' il quadro che emerge dalle prime indiscrezioni sui risultati dall'autopsia effettuata ieri sul corpo ritrovato lo scorso 7 gennaio sul lungomare di Palese. Gli atti degli esami sono stati secretati, e le relazioni dei consulenti che li hanno effettuati non saranno depositati prima di due mesi.

Secondo quanto si è appreso, però, l'autopsia avrebbe riscontrato la presenza di acqua all'interno dei polmoni. Un elemento che farebbe ipotizzare la morte per annegamento, la quale però potrà essere confermata soltanto nel caso in cui venissero riscontrati anche altri elementi, ovvero la presenza delle diatomee (alghe unicellulari) nel fegato e nei reni del cadavere e  lo stato di diluizione del sangue. Le diatomee potranno servire anche a stabilire il periodo del decesso.

Intanto ieri nel corso della trasmissione di Rai Tre "Chi l'ha visto?", alla quale hanno partecipato anche familiari a amici di Straccia, due testimonianze sembrano aver aperto nuovi possibili scenari sulla morte di Roberto. Secondo quanto emerso nel corso della trasmissione, infatti, Roberto potrebbe essersi gettato in acqua per sfuggire all'aggressione di un pitbull che spesso si aggira nella zona, oppure, nell'ipotesi più inquietante, potrebbe essere stato spinto in mare de due persone, episodio per il quale ci sarebbe anche un testimone oculare.

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