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Cronaca

Lieviti e proteine dagli scarti agricoli: 'BioInnoTech', start-up vincente tutta al femminile

L'impresa è gestita da quattro brillanti laureate in biotecnologie a Bari, ha vinto il primo premio del bando 'Valore Assoluto' promosso dalla Camera di Commercio: "Il sogno? Realizzare una bioraffineria"

Siero del latte, acque di vegetazione derivanti dalla coltivazione di olive, vinacce e altri scarti: da questi, si potranno produrre lieviti, proteine e altri composti organici, rispettando l'ambiente. Un primo passo, verso una vera e propria bio-raffineria con la quale generare biocarburante, prodotti plastici e lavorazioni industriali a impatto praticamente zero. Un sogno? Per ora sono stati compiuti i primi importanti passi anche grazie a un'innovativa start-up pugliese, gestita da quattro giovani e brillanti laureate tra i 25 e i 27 anni: è la 'mission aziendale' di BioInnoTech, impresa vincitrice del Bando Valore Assoluto promosso dalla Camera di Commercio, nel 2015. Un finanziamento fondamentale per poter avviare l'attività: "Con le 100mila euro del primo premio abbiamo messo a punto il progetto e portato avanti la prima fase" afferma Rosita Pavone, rutiglianese, fondatrice di BioInnoTech assieme alla valenzanese Erika Andriola e a Maria Pisano e ad Antonella Carbone, rispettivamente della provincia di Foggia e Potenza ma residenti da anni a Bari.

Le ragazze hanno fatto 'base' al Campus del capoluogo pugliese: "Ci siamo appoggiate - prosegue Pavone - ai laboratori di Farmacia dove lavoriamo ancora oggi effettuando ricerca. Una parte del lavoro, invece, è svolta grazie a consulenze esterne. Non è stato semplice all'inizio ma siamo cresciute molto, approcciando anche la parte più prettamente economica e di gestione aziendale. L'idea principale è quella di produrre proteine, lieviti e altro attraverso scarti agricoli. Siamo partiti da un refluo molto presente in Puglia, quello proveniente dalla lavorazione del latte". Il cammino del gruppo parte da lontano: "La scelta è nata grazie a una nostra esperienza di studio fatta a Göteborg, in Svezia, sulle biotecnologie industriali e la creazione di biocarburante tramite processi di fermentazione. Grazie anche al supporto di una nostra docente del dipartimenti di Farmacia dell'Uniba, Isabella Pisano, abbiamo portato avanti una linea di ricerca sul siero. Nel corso dei primi mesi di attività della start up, avviata a maggio, abbiamo già registrato un grosso interesse da parte di aziende del territorio, interessate, ad esempio, ad avere lieviti prodotti qui sul territorio, visto che al momento bisogna 'ìmportarli' dal Nord Italia, con conseguenti costi di tempo, trasporto e impatto ambientale".

Un doppio valore aggiunto, dunque, puntando decisamente sulla qualità e il km zero. Il passo successivo sarà creare un vero e proprio impianto industriale ma la strada è ancora lunga: "Servono fondi e investimenti importanti - aggiunge ancora Pavone -  Per questa ragione stiamo cercando contatti e potenziali investitori. Il bando ci ha aiutato moltissimo ad avviare l'attività ma ovviamente bisogna andare avanti. Da parte nostra, però, teniamo molto al territorio e vorremmo restare in Puglia. Viviamo in una regione dalle grandi potenzialità e sarebbe un peccato lasciarla".

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