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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Carbonara / Corso Alcide De Gasperi

Si impicca in cella nel carcere di Bari, in fin di vita detenuto di 22 anni

Carlo Saturno, 22enne di Manduria, aveva tentato il suicidio giovedì scorso. I medici potrebbero staccare oggi le macchine che lo tengono in vita. Era parte civile in un processo per sevizie contro 9 agenti a Lecce

Gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Bari l'avevano trovato appeso ad un lenzuolo nella sua cella che respirava appena. Nonostante l'immediato intervento del 118 Carlo era arrivato al Policlinico di Bari in condizioni disperate. Ora da due giorni il suo encefalogramma è piatto e i medici potrebbero decidere in queste ore di staccare la spina delle macchine che lo tengono in vita.

Carlo era detenuto nel penitenziario di Bari per furto, ma era anche parte civile nel processo contro nove poliziotti del carcere minorile di Lecce, accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005. Carlo, che all'epoca aveva 16 anni, sarebbe stato vittima, assieme ad altri ragazzi, di vere e proprie sevizie. Insieme ad altri due ex-detenuti, Saturno era stato l'unico a trovare il coraggio di presentarsi come parte lesa nel processo iniziato il 19 febbraio scorso davanti al giudice Pietro Baffa, che vede imputati per i presunti abusi il capo degli agenti Gianfranco Verri, il suo vice Giovanni Leuzzi e sette agenti di polizia penitenziaria, tutti accusati di aver creato un'atmosfera di paura tra i giovani detenuti con minacce, privazioni e violenze non di natura sessuale.

Come fanno sapere i suoi familiari, Carlo soffriva da tempo di crisi depressive ed era in cura con tranquillanti. Il suo avvocato, Tania Rizzo, del foro di Lecce, lo aveva visto l'ultima volta una ventina di giorni fa nel corso di un'udienza che lo riguardava nel tribunale di Manduria. "In quell'occasione - racconta l'avvocatessa - Carlo era visibilmente agitato, nervoso e scostante". I familiari che vivono a Manduria si sarebbero già rivolti ad un proprio legale di fiducia per capire le cause del gesto e soprattutto per scoprire eventuali responsabilità.


La vicenda di Saturno ha riacceso la polemica sulle condizioni dei detenuti nelle carceri della nostra regione. Il suicidio di Carlo, infatti, è il terzo episodio nel giro di pochi giorni: un altro detenuto aveva tentato di togliersi la vita martedì scorso nel penitenziario di Lecce, mentre un altro tentativo si sarebbe verificato ieri a Bari.


Sul caso Saturno è intervenuto l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, mentre già giovedì scorso si era levata la protesta dell'OSAPP, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria. Il vicesegretario nazionale, Mimmo Mastrulli, aveva collegato il ripetersi di tentativi di suicidio con la situazione di sovraffollamento delle carceri pugliesi, denunciando la cronica carenza degli organici di polizia penitenziaria e chiedendo un intervento urgente a livello nazionale.

Il carcere di Bari, che dovrebbe mantenere una capienza regolamentare di 296 posti letto, ospita attualmente 606 persone. Per questa ragione, i responsabili della struttura hanno operato uno sfollamento di quasi cento reclusi per le regioni del sud e del centro Italia, e si apprestano a breve al trasferimento di altre centocinque persone verso la città di Trani. Altri diciassette detenuti erano stati già spostati nei giorni scorsi nel carcere di Foggia.


 

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