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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Suicidio alla Multiservizi, la Procura apre un'indagine conoscitiva

Il fascicolo, ancora senza indagati né ipotesi di reato, è stato aperto per fare chiarezza sulle eventuali motivazioni legate all'ambiente lavorativo dell'azienda che potrebbero aver spinto Enzo Pavone al suicidio. Nei prossimi giorni saranno ascoltate le testimonianze di familiari e colleghi di lavoro

La Procura di Bari ha aperto un'indagine conoscitiva per fare chiarezza sulla morte di Enzo Pavone, il dipendente della Multiservizi che si è tolto la vita domenica scorsa lanciandosi dal balcone di un ufficio comunale. Subito dopo aver appreso la tragica notizia, il sindaco Emiliano era stato chiaro: "Ho disposto un'indagine approfondita - aveva annunciato su Facebook - perchè i fatti potrebbero essere collegati alla difficile situazione ambientale dell'azienda".

A destare sospetto sulle possibili motivazioni del suicidio, il biglietto lasciato da Pavone prima di morire. Poche parole ma inequivocabili: "Basta con questa mafia". Parole che lascerebbero pensare ad una situazione pesante vissuta da Enzo all'interno dell'azienda, in cui la presenza di infiltrazioni mafiose sarebbe ben nota al sindaco, tanto da spingerlo un anno fa a nominare un Prefetto antimafia come amministratore unico della Multiservizi.

Le indagini saranno affidate ai carabinieri del nucleo investigativo di Bari, che già nella giornata di ieri hanno effettuato un primo sopralluogo sul posto della tragedia. Per il momento il fascicolo d'indagine, affidato al pm Angela Maria Morea, è ancora conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato. Nei prossimi giorni verranno raccolte le testimonianze di familiari e colleghi di lavoro di Enzo, che potrebbero fornire importanti indicazioni sulla situazione vissuta da Pavone all'interno dell'azienda. Ieri su Facebook, di ritorno dai funerali, il sindaco ha scritto: "All'uscita dalla chiesa alcuni suoi compagni di lavoro hanno ribadito che "qualcuno" ha provocato il disagio che ha portato Enzo al questo gesto disperato. Ho detto loro che devono comportarsi da uomini e che devono parlare con il magistrato, con la polizia, con me, con i giornalisti o con chiunque riterranno di loro".
 

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