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Cronaca

Tarantini: pena troppo mite, il gup respinge il patteggiamento

I legali dell'imprenditore barese, in virtù della sua collaborazione con gli inquirenti, avevano proposto una pena ridotta di due anni e sei mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti

Non è stata accolta la richiesta dei legali di Gianpaolo Tarantini, che avevano proposto per il loro assistito un patteggiamento a due anni e sei mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Inizialmente il pm inquirente, Giuseppe Scelsi, aveva dato l'assenso al patteggiamento ma il gup di Bari Marco Guida ha respinto la proposta, ritenendo la pena troppo mite.

Il reato cui la decisione del gup si riferisce riguarda l'estate del 2008, quando l'imprenditore Gianpaolo Tarantini affittò per 70000 euro al mese una villa in Sardegna, a poca distanza da Villa Certosa, la residenza estiva del premier Berlusconi. In quell'occasione Tarantini organizzò ripetutamente insieme ai suoi amici festini a base di escort e cocaina, ragion per cui è stato accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Condanne superiori alle richieste dell'accusa (che aveva chiesto tre anni ciascuno) per Alessandro Mannarini e Massimiliano Verdoscia, organizzatori dei festini insieme a Tarantini. La pena applicata ai due è di quattro anni e quattro mesi di reclusione, di 20mila euro di multa con divieto di espatrio e ritiro della patente di guida per un anno.

Nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità pugliese, Tarantini è inoltre accusato di aver pagato con denaro e prostitute l'ex vicepresidente della Giunta regionale Sandro Frisullo, in cambio di favori e vantaggi per le sue società.

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