Turi: legato e trascinato da un'auto, peggiorano le condizioni di Bino
Stentano a guarire le ferite del cagnolino salvato dai volontari nelle campagne di Turi, e Bino ha anche rischiato di morire per setticemia. E intanto diventa sempre più improbabile riuscire a risalire all'identità di chi lo ha abbandonato
Legato con un guinzaglio ad un'automobile e trascinato per metri in un "gioco" crudele e insensato: la storia di Bino, il cagnolino ritrovato in condizioni disperate nelle campagne di Turi dai volontari della Lega nazionale di difesa del cane, pochi giorni fa aveva fatto il giro del web, provocando rabbia e indignazione.
Nel maltrattamento Bino aveva riportato profonde ferite su tutto il lato destro del corpo, dove il pelo era stato completamente scorticato dall'attrito con il terreno. Le sue condizioni erano apparse sin da subito disperate, ma negli ultimi giorni lo stato di salute di Bino sembra essersi ulteriormente aggravato. Le ferite più profonde, infatti, stentano a guarire dall'infezione (alimentata dallo stesso cagnolino che le ha leccate nel tentativo di lenire il dolore) e Bino ha anche rischiato di morire di setticemia. Per alcuni giorni, inoltre, la povera bestiola è rimasta completamente paralizzata:
“Abbiamo temuto che potesse morire – racconta all'agenzia GeaPress.org Gaetano Pirulli della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Turi – Bino è rimasto completamente paralizzato, tranne che per i movimenti della coda e degli occhi“.
Un pericolo per fortuna scongiurato, grazie alle cure del veterinario, la dottoressa Flavia Saturno, anche se le condizioni di Bino restano critiche. E intanto si fanno sempre più remote le speranze di riuscire a rintracciare il padrone di Bino. Non è certo che il padrone del cane e l'autore del maltrattamento siano la stessa persone, ma sul fatto che Bino non fosse un cane randagio sembrano non esserci più dubbi. Così come è certo che se Bino non fosse stato abbandonato in aperta campagna, nessuno avrebbe mai potuto infliggergli un trattamento così crudele.