Concorsi, oltre al voto di laurea conterà anche l'Ateneo? Uricchio: "Incostituzionale"

Nei concorsi pubblici potrebbe valere non solo il voto di laurea, ma anche dove l'hai conseguita. Fa decisamente discutere l'emendamento presentato in Commissione alla Camera durante la seconda lettura del ddl sulla Pubblica Amministrazione: la proposta, avanzata dal deputato Meloni (Pd), prevederebbe il "superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l'accesso", inserendo la qualità e la reputazione dell'Ente che ha rilasciato il diploma.

Un'idea subito bocciata da molti atenei, da nord a sud. In base a questa proposta, inoltre, a essere penalizzate, potrebbero essere le università del Mezzogiorno, spesso (a torto) indietro nelle graduatorie per l'accesso ai finanziamenti: "E' una proposta inaccettabile - spiega il rettore dell'Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio - oltre che contraria agli articoli 3 e 97 della Costituzione. Ho forti dubbi anche sulla rispondenza, dell'emendamento, ai parametri normativi e di accesso ai concorsi. Bisognerebbe poi capire quali criteri verrebbero usati: se venissero adoperati solo dati di contesto o occupazionali, i nostri atenei verrebbero penalizzati anche perché sono i meno finanziati. Qualunque classifica dovrebbe tenere conto di quanto si faccia con poche risorse".

Secondo Uricchio inoltre, bisognerebbe alzare la qualità del sistema "chiudendo le tante fabbriche di diplomi, come ad esempio le università telematiche. Il livello della formazione è molto più importante delle classifiche e i nostri laureati, dati soddisfacenti alla mano, hanno grande successo nelle procedure concorsuali".