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Cronaca

Università, no alle assunzioni dei coniugi di docenti

Il Senato accademico decide sull'interpretazione della legge Gelmini, ribadendo quanto già previsto dal codice etico della stessa università: nei giorni scorsi era nata una polemica circa l'ipotesi consentire la partecipazione ai bandi per le nuove cattedre di mogli e mariti di docenti

I coniugi di docenti non potranno partecipare ai concorsi banditi nei dipartimenti in cui lavorano mogli o mariti. Lo ha stabilito ieri il Senato accademico dell'Università di Bari, chiamato a decidere sull'interpretazione della legge Gelmini, che esclude l'assunzione di parenti e affini (sino al quarto grado) di un professore appartenente alla struttura che bandisce il concorso.

Il Senato, ribadendo quanto già previsto dal codice etico dell'Università (approvato nel 2007), ha riconosciuto dunque che "nel concetto di parenti e affini rientrano anche i coniugi". Commentando la decisione del Senato accademico, il rettore Uricchio ha annunciato che già nei prossimi bandi l'Università terrà conto di questo vincolo.

Nei giorni scorsi sulla vicenda era nato un acceso dibattito, poichè una diversa interpretazione della legge, che non avesse escluso i coniugi dalle assunzioni, avrebbe potuto dare vita ad una nuova 'parentopoli'. Soddisfatto della decisione il rettore Uricchio: "Siamo un'istituzione che non si nasconde e si confronta anche sulla base dei principi di merito. Non passi l'immagine di un ateneo piegato alle logiche delle parentele".

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