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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Strozzini e assenteisti, arrestati dipendenti Sanitaservice: timbravano il cartellino, ma si dedicavano all'attività di usurai

La scoperta dei carabinieri nell'ambito di un'operazione antiusura che ha portato all'arresto di 7 persone: due indagati, in particolare, avrebbero utilizzato gli orari di servizio per incontrare vittime o riscuotere denaro. Altri 14 gli indagati

Timbravano il cartellino e risultavano al lavoro, ma in realtà sfruttavano gli orari di servizio per svolgere la loro attività di usurai. E' quanto hanno scoperto i carabinieri del Comando provinciale di Bari, nell'ambito di un'indagine sull'usura che ha portato oggi a sette arresti  tra Bari, Modugno e Santeramo e  all'esecuzione di 16 interdittive di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio (di cui 2 a carico di persone arrestate). Le misure sono state emesse dal GIP presso il Tribunale barese Roberto Oliveri del Castillo, su richiesta  del Sostituto procuratore Isabella Ginefra della locale Procura della Repubblica. I destinatari dei provvedimenti sono accusati, a vario titolo, di usura aggravata dallo stato di bisogno delle vittime, estorsione, falsità ideologica e truffa aggravata. 

Le indagini e la rete di usurai

L’indagine, avviata dai Carabinieri della Compagnia di Bari Centro nel dicembre 2014  e conclusasi nel settembre 2016, è stata svolta attraverso attività tecniche e dinamiche, e mediante l’assunzione di varie testimonianze e l’acquisizione di prove documentali. L’attività investigativa avrebbe svelato l’esistenza di una rete criminale dedita al sistematico esercizio illegale dell’attività creditizia, in danno di numerosi baresi in condizioni di bisogno economico, tra i quali alcuni artigiani e commercianti. In particolare i sette soggetti colpiti da dall'arresto prestavano alle vittime somme di denaro, per la restituzione delle quali applicavano tassi d’interesse notevolmente superiori a quello ufficiale, soglia fissato dalla Banca d’Italia. In taluni episodi, la liquidazione del credito vantato veniva pretesa dagli usurai attraverso la minaccia di gravi ritorsioni, nel caso di inadempienza nei termini pattuiti.

Il linguaggio criptato utilizzato dagli usurai

Gli investigatori hanno documentato attraverso attività tecniche di intercettazione telefonica l’utilizzo da parte degli usurai e delle vittime di un vero e proprio linguaggio convenzionale, allorquando si faceva riferimento ai prestiti elargiti o da elargire. Proprio al fine di eludere eventuali intecettazioni da parte degli inquirenti, in tal senso, venivano usati termini criptici, il più delle volte privi di significato logico se intesi in senso letterale. Gli importi venivano indicati con termini quali “tre per otto” ad indicare l’importo della rata mensile e la durata prevista per l’estinzione, ovvero in questo caso specifico il mese; la “stipula” del prestito veniva indicata con i termini “servizio, pratica o prenotazione”; per indicare la somma di denaro da consegnare in prestito, gli indagati si avvalevano di termini quali “documenti, fotocopie”. Nel caso, poi, di debiti insoluti, contro le vittime, gli usurai ricorrevano a minacce esplicite di gravi ripercussioni.

LE INTERCETTAZIONI: "PORTAMI TUTTO, O TI MANDO IN PASTO AI LUPI

La 'contabilità' dell'attività di usura

Nel corso delle operazioni eseguite sono stati posti sotto sequestro penale ingenti somme di denaro e documenti attestanti la contabilità degli usurai. Sui fogli manoscritti sequestrati erano riportati nomi, cifre e mesi che indicavano appunto i nomi delle vittime, l’importo della rata ed i mesi in cui è stata pagata la somma di denaro o il lasso di tempo che mancava all’estinzione del prestito.

Usurai e assenteisti: il caso dei dipendenti Sanitaservice

Nell'ambito delle indagini, le intercettazioni telefoniche realizzate sul conto di due destinatari del provvedimento cautelare in carcere, dipendenti della “Sanitaservice Asl Ba srl – Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari”, hanno consentito di documentare anche numerosi episodi di assenteismo, che hanno visto coinvolti anche altri dipendenti della stessa impresa.  In particolare, i due indagati per il reato di usura, in numerose circostanze, non si sarebbero presentati sul luogo di lavoro e, durante l’orario di servizio, spesso avrebbero incontrato le proprie vittime, riscuotendo le mensilità dei prestiti erogati o stipulando nuovi accordi usurari. Tuttavia sarebbero riusciti ugualmente a far risultare fraudolentemente la loro presenza in servizio, grazie alla timbratura del proprio cartellino marcatempo ad opera di altri colleghi compiacenti che si sostituivano nell’occasione al dipendente assente.

Gli altri casi di assenteismo

Per altri  impiegati “assenteisti”  i Carabinieri, attraverso idonei servizi di osservazione e pedinamento, hanno appurato come gli stessi, in pieno orario lavorativo, si trovassero in località di villeggiatura, a trascorrere piacevoli giornate a pesca ed a svolgere mansioni di natura personale, dimostrando totale spregio delle regole contrattuali.

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