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Bankitalia: in Puglia "un giovane su tre non studia e non lavora"

Secondo i dati di uno studio della Banca d'Italia presentato oggi, in Puglia la ripresa economica c'è, ma è lenta. Il fatturato delle imprese è aumentato del 4%, ma il mercato del lavoro è sempre crisi: bruciati altri 15mila posti di lavoro, aumenta il numero di giovani che non lavorano né studiano

Segnali di lenta ripresa nell'economia pugliese nel 2010, ma la crisi c'è ancora e a farne le spese sono soprattutto i giovani. E' questa la sintesi di uno studio condotto dalla Banca d'Italia sull'economia della nostra Regione e presentato oggi a Bari.

Secondo l'indagine, effettuata su un campione di 450 imprese e 30 istituti bancari, in Puglia il "clima di fiducia non cresce da più di un anno" ma "il fatturato delle imprese è aumentato del 4%: più che nel Mezzogiorno ma meno rispetto alla media nazionale".

L'export cresce (+20,1%) e la Puglia recupera in parte le perdite provocate dalla crisi economica mondiale, ma a soffrire è la domanda interna e soprattutto il mercato del lavoro. I dati pugliesi a questo proposito sono migliori rispetto a quelle di altre regioni meridionali ma "più gravi" rispetto al resto del Paese: nel 2010 gli occupati sono diminuiti di altre 15mila unità (meno 1,2% in Puglia, meno 1,4% al Sud, meno 0,7% in Italia), portando al perdita complessiva a 64mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è aumentato così al 13,5%, e in una famiglia su cinque nessuno dei componenti lavora. Tuttavia, tra ottobre e dicembre 2010, c'é stato un incremento del numero degli occupati dell'1,5%. Mentre la possibilità di trovare lavoro è scesa dal 29 al 25%. Più di un giovane su tre non lavora e non studia, e questo fa aumentare il numero dei Neet (not in education, employment or training): più di 17mila unità rispetto al 2008. Secondo il rapporto di Banca d'Italia, per il 2011 si prevedono, tra l'altro, un aumento del fatturato delle imprese fino al 6% e degli investimenti per il 7%; una riduzione della Cig (cassa integrazione) del 27,7% ma anche un ulteriore calo dell'occupazione del 4%.

Ancora in crisi anche il settore delle costruzioni (il che spiega le sofferenze della domanda interna) dove diminuisce la produzione e si riducono le compravendite di abitazioni del 2,2% (meno 6,7% nel 2009). Dopo il peggioramento del 2009, la redditività nel settore delle costruzioni si è ulteriormente ridotta: il saldo tra imprese in utile e in perdita è del 30% (del 40% nel 2009). Aumentano invece del 2% le opere pubbliche "grazie ai bandi pubblicati dalla Regione Puglia". Ve bene il settore dell'agricoltura con un più 4% dopo un forte calo nel 2009; il commercio risente della crisi nella vendita al dettaglio con meno 0,2%, pur facendo meglio delle altre regioni del Sud dove lo stesso valore cala dello 0,8%. Cresce ancora il turismo (più 4,2%) con il contributo determinante della presenza di stranieri (più 10%).
 

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