Vertenza Bridgestone, "Sull'accordo gli operai decidano con un referendum"
Il prossimo 30 settembre a Roma l'incontro azienda-sindacati che potrebbe portare all'ufficializzazione dell'intesa frutto delle trattative dei mesi scorsi. Ma un gruppo di lavoratori non ci sta e chiede che l'accordo venga prima approvato attraverso un referendum
L'accordo sembra ormai prossimo all'ufficializzazione: il prossimo 30 settembre, al tavolo del Ministero dello Sviluppo economico a Roma, sindacati e vertici aziendali della Bridgestone potrebbero firmare l'intesa frutto delle trattative avviate nei mesi scorsi per evitare la chiusura dello stabilimento di Modugno.
Un piano di riconversione, quello scaturito dai negoziati, non certo 'indolore' per la fabbrica modugnese: riduzione dei giorni e degli orari di lavoro (5 giorni lavorativi, con turni da sei ore), ma anche del numero di lavoratori attraverso gli incentivi riconosciuti di anno in anno dall'azienda per la "mobilità volontaria" (a lasciare la fabbrica entro la fine dell'anno saranno all'incirca 100 dipendenti). Eppure la strada sembra essere tracciata: nei giorni scorsi, al tavolo della Regione, i sindacati hanno fatto sapere di aver concluso le consultazioni con i lavoratori sulla bozza di accordo.
Ma all'interno della fabbrica il documento elaborato durante le trattative e presentato dai sindacati sembra non convincere tutti i lavoratori. Un gruppo di operai, infatti, ha lanciato in questi giorni una raccolta firme per chiedere che l'accordo, prima di essere ufficializzato, venga approvato dagli stessi lavoratori con un referendum. Un'iniziativa nata all'interno della fabbrica, e rilanciata su Facebook sul gruppo che riunisce molti lavoratori dello stabilimento. Il prossimo 26 settembre, i promotori dell'iniziativa si ritroveranno davanti ai cancelli dello stabilimento per spiegare le ragioni della loro opposizione ad un accordo che, dicono, preoccupa soprattutto per le ricadute occupazionali negative che potrebbe avere sullo stabilimento.
